martedì 14 marzo 2017

a proposito di alternanza scuola-lavoro

Recentemente le scuole superiori hanno previsto per i loro studenti la possibilità di vivere un'esperienza direttamente nel mondo del lavoro per un breve periodo. Questa novità è stata denominata “Alternanza Scuola Lavoro” ed ha come scopo principale quello di dare ai propri studenti la facoltà di scegliere con maggiori informazioni un indirizzo scolastico e quindi poi lavorativo, in base alle loro capacità e predisposizioni. Il nostro Centro è stato scelto per questa sperimentazione e in questo mese di febbraio abbiamo ospitato due gruppi di ragazzi della 3ª liceo scientifico di Portoferraio sezione A e B, ognuno dei quali è rimasto con noi una settimana. 

Era la mattina del 6 febbraio quando arrivando a lavoro mi sono trovata davanti un gruppetto di 5 ragazzi: i loro sguardi incuriositi cercavano di capire in che mondo si trovavano; un mondo conosciuto da pochi … quello della disabilità. Devo riconoscere  di aver provato della tenerezza e per aiutarli a rompere il ghiaccio con i nostri ragazzi ho improvvisato una "sistematina" al nostro giardino d'inverno. Ero sicura che dopo una mezz'oretta si sarebbero stancati o si sarebbero tirati indietro alle varie richieste di spostare vasi, raccogliere lo sporco e passare anche lo straccio sul pavimento, ma i loro sguardi si sono trasformati in sorrisi ed hanno legato subito con i nostri ragazzi condividendo gioia e fatica. 

Alla fine di questo lavoro, visto che c'era rimasto un po' di tempo prima del pranzo, li ho invitati a proseguire la nostra attività in cucina.  Mentre porgevo loro cuffie, grembiuli e guanti ho cercato di capire che tipo di esperienza avevano in questo settore … i loro sguardi smarriti, incerti, erano inequivocabili: “si mangia se qualcuno lo prepara … al massimo ci possiamo preparare un panino!” L'entusiasmo era alto e anche la voglia di apprendere così, cercando di non sconvolgerli, ho proposto di  preparare una macedonia. I nostri ragazzi avevano aderito in massa tanto che non riuscivamo a stare tutti intorno al bancone della cucina.

Stringendoci un po' ci siamo stati tutti e fra un sorriso e l'altro, battute e risate, in un batter d'occhio era pronta la nostra macedonia. La mattina successiva i ragazzi del liceo erano seduti uno vicino all'altro e quando sono arrivata mi hanno accolto con un sorriso. Mentre ricambiavo pensavo: “oggi cosa posso inventare per soddisfare la curiosità di conoscere e il piacere di stare insieme?!” Carnevale è stato provvidenziale, quasi alla fine del mese era prevista la festa dove i nostri ragazzi si sarebbero mascherati da clown. 

Avremmo potuto addobbare il nostro Centro con questo tema! Dalla collega Barbara detta Pina ho fatto stampare diversi visi di pagliacci e palloncini e una volta distribuiti sul tavolo, ho invitato i ragazzi del liceo e i nostri a colorare i disegni, in piena libertà scegliendo colori, soggetti e metodo. Il risultato è stato sorprendente: pur essendo all'apparenza un'attività semplice, quasi infantile, è stata condotta con interesse e responsabilità. I ragazzi  avevano formato un unico gruppo, li guardavo mentre chini sui fogli le loro teste si sfioravano, colorando e cercando di fare un ottimo lavoro, si scambiavano uno con l'altro consigli; chi dimostrava maggiore difficoltà veniva aiutato dal compagno, tutti insieme con un unico fine. Quando è arrivato il secondo gruppo di studenti il copione si è ripetuto, i giorni sono volati e sui vetri del nostro Centro sono apparsi clown sorridenti, a capo all’ingiù, coriandoli e palloncini legati con dei fili di lana intrecciati. In cucina abbiamo preparato pizze e torte farcite e i nostri ragazzi hanno potuto sfoggiare alla festa di carnevale - alla quale ha partecipato anche una parte dei liceali - coloratissimi colli fatti con la carta crespa che hanno arricchito e completato i loro costumi da clown. 

Le due settimane sono giunte al termine e prima uno poi l'altro, i due gruppi dei ragazzi del liceo ci hanno lasciati. Nei loro sguardi non c'era più quell’incertezza, insicurezza e forse anche un po' di diffidenza, che avevamo letto all'inizio della nostra esperienza; ma c’erano bellissimi sorrisi a conferma di quanto questa piccola conoscenza li aveva arricchiti. Chissà se domani, da questi giovani e bravi ragazzi che iniziano ad aprirsi alle varie esperienze della vita, qualcuno vorrà  proseguire il nostro complicato ma grande lavoro! Erano passati alcuni giorni quando abbiamo poi ricevuto una telefonata; era uno dei professori del liceo che, pieno di entusiasmo, ringraziava da parte della scuola per la bella e proficua esperienza che gli studenti liceali avevano fatto nel nostro Centro di Casa del Duca.





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