lunedì 8 maggio 2017

Andrea e la nostra marmellata di cedro

Mirna, la mamma di Michela, ha un bellissimo albero di cedro nel suo giardino, lo cura come se fosse un altro nipotino e i suoi frutti sono spettacolari, cedri giganti, di cui alcuni raggiungono diversi chili. Qualche giorno fa ho chiesto a Mirna se aveva qualche cedro disponibile e lei, a conferma della sua grande generosità, il giorno successivo si è presentata con un cesto di cedri bellissimi e profumatissimi. Con questo “ben di Dio” potevamo preparare una buonissima, originale e salutare marmellata, che ricorda i profumi del sud e del mediterraneo: ricca di antiossidanti e vitamine, in particolare la vitamina C, importanti per la difesa immunitaria e l'invecchiamento cutaneo. E dopo questa piccola spiegazione scientifica ritorniamo alla preparazione della nostra marmellata, dal procedimento lungo e complesso, che ci ha impegnato per oltre una settimana. I cedri vanno lavati con cura, bucati e messi a bagno per diversi giorni per far perdere l'amaro, tutti i giorni bisogna cambiare l'acqua e prima di preparare la marmellata vanno scottati, ripuliti da semi e pellicina e tagliati a fettine molto sottili. Data la quantità il procedimento si è ripetuto diverse volte. In nostro aiuto, oltre ai nostri ragazzi, questa volta abbiamo avuto uno studente del Foresi: Andrea, che era arrivato al Centro lunedì mattina, accompagnato dalla mamma per passare con noi i 3 giorni di sospensione scolastica. Appena arrivato ha partecipato all'attività di danza-movimento-terapia condotta da Iris dall'Aglio mentre martedì e mercoledì ci ha aiutato a preparare la nostra marmellata. Andrea: 17 anni, con una fisicità atletica e lo sguardo da bambino, curioso, buono e disponibile; al mio invito a partecipare all'attività di manipolazione in cucina, non ci ha pensato due volte ed un attimo dopo era con noi, con cuffia, grembiule e guanti, subito operativo. Mentre svolgevamo il procedimento lungo e complesso per la realizzazione della marmellata ci parlava di sé, della mamma dalle origini sud americane, dei suoi tre fratelli di cui lui è il terzogenito, di quando la mamma non può essere presente e loro riescono ad organizzarsi nello svolgimento del quotidiano, del motivo per cui è stato indirizzato a trascorrere questi tre giorni nel nostro Centro. Lo guardavo mentre si relazionava al gruppo dei nostri ragazzi, gentile, sorridente, collaborante. Siria passava in rassegna e supervisionava il lavoro di tutti, dando giudizi espliciti su ognuno di noi compreso Andrea, che rispondeva con un sorriso. Lisanna, instancabile e molto partecipe all'attività, l'aveva subito annoverato fra i suoi sessanta fidanzati, ma Andrea con garbo le faceva presente di essere già fidanzato. Alberto guardava Andrea lavorare con impegno e non smetteva di dire quanto era bravo, lui ringraziava! Massimo aveva trovato subito un'intesa e mentre Andrea chiudeva i vasetti pieni di marmellata, lui li metteva tutti rigorosamente in fila e capovolti. 

Alla fine dell'attività ho dovuto ripetere diverse volte ad Andrea di sbrigarsi, altrimenti avrebbe potuto perdere l'autobus, lui all'ultimo momento è uscito correndo dalla cucina per prendere giacca e berretto, ma un secondo dopo è rientrato e, tirato su il coperchio della pentola dove cuoceva la marmellata, l’ha controllata e mescolata e in un nano-secondo è sfrecciato fuori dalla porta a rincorrere l'autobus! Andrea aveva fatto suo quel lavoro, e si era assunto la responsabilità che un impegno comporta. Ma anche per Andrea è arrivato il momento di salutarci. Ci ha lasciato con  del lavoro da fare ancora dato il poco tempo disponibile e noi l'abbiamo terminato nei giorni successivi. Il mercoledì è tornata al Centro a prenderlo la sua mamma; l'abbiamo invitata in cucina dove Andrea aveva svolto l'attività insieme ai nostri ragazzi e le abbiamo espresso la bella opinione e il piacere di aver trascorso questi giorni con lui. Il viso della mamma si è illuminato aprendosi ad un grande sorriso pieno di soddisfazione!



mercoledì 12 aprile 2017

gli appunti di Annalisa di marzo

Gregorio al Centro. Il mio bimbo è diventato la mascotte del Centro. L'altro pomeriggio Arianna aveva una visita e me lo doveva lasciare. Dovevo andarlo a prendere alle 3 ma Arianna aveva sbagliato orario quindi alle 2 me lo ha portato al Centro. Non vi dico le feste! Ci sono le foto delle due primedonne che gli facevano ghiri ghiri, carezze e sorrisi. Quando poi l'ho portato via mi hanno aperto la portiera della macchina e Martina, con due sole mosse azzeccate, mi ha chiuso il passeggino. Neanche io ci metto così poco anzi, se proprio lo volete sapere, ho dovuto fare un corso accelerato un pomeriggio che l'avevo portato a Campo da sola. Che bello … ritrovarmi a tu per tu con un esserino così piccolo. I miei mi dicono che da quando sono ri-diventata nonna mi sono ancora di più rincoglionita! Lo so, ma che ci volete fare, ho loro che mi riempiono la vita. Questa vita fatta di alti e bassi, di paure e di gioie, ma comunque bella da vivere fino in fondo!

mercoledì 5 aprile 2017

puntualizzando ancora ...

Vorrei fare un attimo il punto sui ragazzi che hanno frequentato o frequenteranno il Centro in questo periodo. Come abbiamo spiegato ai genitori presenti alla riunione di febbraio, l’azienda usl ha firmato con l’Istituto Statale d’Istruzione Superiore “R. Foresi” una convenzione di alternanza scuola lavoro, mettendo a disposizione, insieme ad altre sue strutture, il nostro Centro. L’istituto Foresi comprende i licei classico, scientifico e pedagogico, la scuola alberghiera e l’istituto professionale e, come avete visto sui giornali, tutti gli studenti hanno svolto questo tipo di attività nei settori più disparati sia pubblici che privati. Parallela a questa esperienza c’è l’inserimento di ragazzi con provvedimento disciplinare di sospensione scolastica e obbligo di frequenza in strutture diverse. Una prima preoccupazione dei genitori presenti a quella riunione è stata: chi se ne occupa? La risposta che Maria vi ha fornito con i suoi articoli (del numero scorso del giornalino e quello qui di seguito) mi sembra evidente: non viene sottratta al Centro alcuna risorsa, anzi la presenza di questi giovani deve essere un arricchimento, una mano, un aiutino. Non ci è assolutamente mai successo che queste presenze abbiano causato difficoltà: nessuno (che ci sia venuto per scelta propria o che ce l’abbiamo spedito) ha MAI avuto atteggiamenti ostili o provocatori o di superiorità; nessuno si è mai presentato in tempi diversi dagli orari concordati; nessuno è venuto vestito in modo non adeguato. Tutti si sono resi disponibili e hanno collaborato, certo con le differenze individuali di apertura e cordialità, ognuno ha il suo carattere e le proprie modalità di rapportarsi agli altri. Insomma non abbiamo mai avuto alcuna difficoltà e, se questa dovesse verificarsi, avremmo comunque la possibilità di interrompere l’esperienza e dare un giudizio negativo che, ripeto, fino ad oggi non si è mai verificato. Certo pitturando un muro, girando una marmellata o pulendo un orto si raccolgono confidenze e spesso ho sentito anche delle belle prediche fatte a questi giovani dai miei operatori ma, forse perché sono fatte in un contesto diverso da quello gerarchico, non ho mai visto reazioni di insofferenza e  spero che, almeno qualche volta, queste parole abbiano innescato nei ragazzi delle riflessioni. Ma la domanda dei famigliari è soprattutto: “cosa ne viene a mio figlio?” Per noi il rapporto con le scuole è un fondamentale momento di apertura e occasione di farci conoscere. Questi ragazzi una volta rientrati a scuola o nella propria famiglia parleranno di noi, amplificheranno e divulgheranno il senso di apertura del nostro Centro che è sì portare “fuori” i nostri ospiti, ma anche portare “dentro” la comunità circostante, renderci utili, non essere solo un peso. E siamo talmente sicure del nostro operare, che non potranno che parlarne bene. Certo, nel paragone del Centro ad una famiglia allargata, questi ragazzi non sono gli amici del cuore (come le musico-terapiste e i mastri di musica o ballo) sono come vicini di casa, compagni di un viaggio, insomma conoscenze occasionali con cui scambiare qualche frase; ma anche queste conoscenze possono arricchire la nostra vita di relazione. Crediamo insomma che la usl con queste convenzioni ci abbia fornito una bella opportunità, che, come cerchiamo sempre di fare, intendiamo cogliere al massimo. 

lunedì 3 aprile 2017

marzo 2017

Care famiglie, amici … un editoriale che non credevo di dover scrivere e invece mi tocca: alcune questioni familiari che non avevo previsto mi hanno fatto decidere di prendere un periodo di aspettativa dal lavoro. Ancora non so quanto tempo mi servirà, ma vi assicuro che è assolutamente mia intenzione tornare. Tutto ciò che riguarda le attività che ho curato finora - soprattutto facebook e il giornalino - vengono messe in pausa insieme a me, per le motivazioni che Emanuela stessa vi racconterà qui di seguito. Avete presente quando spengete la televisione dal telecomando invece che dall’interruttore? Rimane sempre una lucina rossa accesa … e nell’attesa che torni il verde mi scuso non solo con voi, famiglie e altri lettori, per il disagio; ma anche con le mie colleghe che ringrazio veramente di cuore per la comprensione e la sensibilità che mi hanno immediatamente dimostrato. Un abbraccio
Barbara



Una puntualizzazione si rende necessaria riguardo la momentanea sospensione delle pubblicazioni su facebook e del giornalino durante il periodo di aspettativa richiesto da Barbara. Da quando ricopro il ruolo di responsabile di commessa in questo Centro ho orientato il mio lavoro cercando di attribuire responsabilità facilmente individuabili in ogni momento della giornata o attività, dalla sorveglianza dei ragazzi allo sporzionamento del pasto. Certo le responsabilità si possono condividere o delegare, ma solo se prima sono chiaramente attribuite ad un soggetto che consapevolmente le delega. In questo caso la responsabilità di questi strumenti è della nostra Barbara che certo ha l'aiuto di tutti gli operatori del Centro e la mia supervisione costante ma, proprio per la loro importanza, non credo che possano essere lasciati alla buona volontà di chi capita. Non dico che Pina “è” il Centro e gli altri operatori non contano, anzi voglio dire proprio il contrario: dico che ognuno ha responsabilità precise già attribuite che cura con il massimo sforzo. Le ausiliarie hanno attività esterne che sono essenziali per fare di questo Centro quello che è, inoltre curano attività che si addicono in particolare a ciascuna di loro: cucito, giardinaggio, decorazioni. Oltre a ciò, naturalmente, ci sono le incombenze legate al ruolo: cambi, sporzionamento, igieni ecc. Martina ha l'occhio sul Centro, la sorveglianza dell'andamento in generale e il contenimento delle persone più in difficoltà in particolare e inoltre ha tutta la parte della modulistica e della qualità. Veramente non vedo spazi per aggiungere niente altro. Curare facebook e il giornalino non sono semplici attività, sono il veicolo con cui portiamo all'esterno l'immagine del nostro lavoro qui al Centro. Il redattore non si limita a raccogliere il materiale (che pure è essenziale perché se non c'è non esiste giornale) ma lo imposta e lo struttura in modo che da lì esca un'immagine ben precisa. Credo che i redattori migliori diano spazio anche a giornalisti che la pensano in modo diverso da loro ma, alla fine, comunque esce da quel giornale la loro impronta. Per questo non credo che una persona nuova possa immediatamente farsi carico di questo ruolo: “il Centro” non è un'entità a sé stante, siamo noi, il nostro modo di lavorare e di metterci in gioco, un'operatrice nuova necessariamente non può avere la visione d'insieme e la capacità di equilibrio di Barbara. Lei è cresciuta con il Centro, come del resto tutti noi ma quando ha iniziato non si era certo presa questa responsabilità né questo Centro era com'è diventato adesso. Per questo preferiamo prenderci una pausa per valutare se è possibile attribuire questo ruolo a qualcun altro, ma dobbiamo essere sicure nel farlo, oppure aspettare il rientro della nostra Pina.
Emanuela

ecco i compleanni del mese:

9 marzo - Emanuele - 45



 e poi ... 




mercoledì 29 marzo 2017

Biscotti con cornflakes

Per la rubrica di questo mese ho pensato di condividere con voi una ricettina molto semplice di biscotti che ha fatto la mia mamma per la nostra festa di carnevale. Sono i biscotti preferiti di Martina Marinari. Per dire la verità avevamo già pubblicato questa ricetta nel giornalino di dicembre 2010 … ma visto che è passato così tanto tempo ho deciso di ripubblicarla lo stesso!
Ecco qui gli ingredienti:


· 2 uova
· 200 gr zucchero
· 200 gr burro
· 400 gr farina
· Mezza bustina di lievito
· Cornflakes QB
· Uvetta ammollata e pinoli a piacere
Lavorate velocemente il tutto, formate delle palline grandi quanto una noce, rotolatele nei cornflakes e mettetele distanziate su carta da forno. Cuocete circa 20 minuti a 180/200 gradi. Potete sostituire uvetta e pinoli con gocce di cioccolata.



venerdì 24 marzo 2017

gli appunti di Annalisa di febbraio

Carnevale: il “prima” … Abbiamo preparato per il Carnevale maschere semplici, perché tra i mercatini, le feste e le mie malattie avevamo poco tempo a disposizione. Abbiamo recuperato quindi la tuta nera di una passata recita e ci siamo ingegnate a preparare dei grossi bottoni colorati da cucire sulla maglia della tuta. Questi bottoni li hanno realizzati i ragazzi, con un cartone ondulato e sopra del cartoncino colorato con colori vivaci. Anche Lisanna e la sua mamma hanno collaborato da casa facendo grossi bottoni rivestiti di stoffa a pois. C'era il rosa carico, l'azzurro, il giallo ed il rosso. Poi dovevo cucirli ma ho pensato bene di ustionarmi l'occhio sinistro, parte del naso e della bocca ed il polso destro con l'olio bollente mentre cucinavo! Il lunedì sono stata accompagnata al pronto soccorso da mio marito, dove sono passata da un reparto all'altro: prima dall'oculista e poi dal dermatologo. Mi hanno medicata e poi mandata a casa con una prognosi di venti giorni. 

mercoledì 22 marzo 2017

chiacchiere per la festa di Carnevale: i protagonisti si raccontano!

La festa di Carnevale si è svolta giovedì 23 febbraio ed ha coinvolto tutti i ragazzi, i loro parenti, gli operatori e anche qualche gradito ospite che si è aggiunto all'allegra combriccola, come le ragazze del Liceo di Portoferraio. Le chiacchiere di Carnevale … qui a Casa del Duca non sono solo in tavola! Abbiamo pensato infatti di fare delle interviste a tutti i protagonisti su come fosse andata la giornata, in modo che ci rimanesse anche un ricordo scritto per il nostro giornalino di febbraio 2017. Tutti hanno accettato di farsi intervistare per dire la loro sulla Festa: quello che vi presentiamo è il risultato del laboratorio di raccolta delle interviste, che si è svolto stamattina, lunedì 27/02.

lunedì 20 marzo 2017

la mia settimana al Centro

Sono Alessia Rigacci, educatrice professionale per lavoro e per amore. Per lavoro nel senso che ho studiato per farlo e per amore perché davvero non vorrei e non potrei fare nessun altro mestiere, essendo questo il più bello che esiste per me! Lavoro con la Cooperativa Di Vittorio da settembre, quando Emanuela Veludo mi ha chiamata per fare l'educatrice di sostegno alla Scuola dell'Infanzia di Procchio. Mi sono trasferita all'Isola d'Elba lo scorso aprile, perché ho una casa di proprietà della mia famiglia a Capoliveri e, venendo qua in vacanza, mi ero innamorata di questo magico posto. Questa settimana sono stata chiamata al Centro in sostituzione di Barbara, detta Pina, l'educatrice “redattrice” ufficiale del Centro. Ho quindi condotto il laboratorio di computer e i ragazzi sono stati splendidi con me … Mi hanno tutti fatto sentire accolta e ben accetta, anzi qualcosa di più; mi sono sentita come se ci fossi sempre stata, come se questa grande famiglia mi avesse preso la mano e aperto le porte della propria casa … Una sensazione bellissima di pace e amore che non scorderò mai! In questa settimana ho avuto modo di conoscere tutti i ragazzi, ognuno con le sue abitudini, il proprio carattere e la propria unica e speciale bellezza. Ho continuato l'attività di Barbara proponendo un laboratorio di interviste a tutto il gruppo su com'era andata la festa di Carnevale ed, essendo io una grande appassionata di musica e cultura hip hop, ho cominciato un laboratorio che porterà alla scrittura di una canzone rap con i ragazzi, da mettere su un cartellone insieme ai loro nomi disegnati e colorati in carattere “graffiti”. Per questo devo ringraziare in particolar modo tutte le operatrici ed Emanuela, che mi hanno dato la possibilità di potermi esprimere e di prendere l'iniziativa con questi laboratori. Spero di poter ripagare la fiducia che loro ed i ragazzi mi hanno dato portando il mio piccolo contributo a questa bellissima realtà, così piena di amore e gioia, che è Casa del Duca. Non posso che essere grata e pensare che davvero, davvero, davvero mi mancherete tutti! Grazie per tutto e un grande abbraccio ai ragazzi e alle loro famiglie da 

Alessia.


venerdì 17 marzo 2017

Samantha

Con Samantha è stato amore a prima vista! E’ passata qui dal Centro con la sua mamma per informarsi su un altro servizio gestito dalla nostra cooperativa ed è rimasta affascinata, voleva rimanere subito con questi nuovi amici. Anche lei ci ha incantato con la sua tenerezza e la dolcezza con cui si approccia, ma ovviamente abbiamo dovuto spiegarle che ci sono regole da rispettare e autorizzazioni da chiedere ma che, se voleva rimanere con noi, ci saremmo messe subito al lavoro. Gli incontri successivi ci hanno raccontato di Samantha una storia difficile che ci ha coinvolto e ci ha avvicinato anche di più. Così da febbraio è qui con noi due volte a settimana, il lunedì e il mercoledì, anche se già ha chiesto di frequentare più giorni. Come avete visto alla festa di carnevale le piace cantare, quindi speriamo di averla al più presto con noi anche il giovedì. Mi chiama direttrice, ma anche Lisanna lo faceva, non credo sia per prendermi in giro né per rispetto (Lisanna ora mi manda serenamente a quel paese) forse è più facile da ricordare o c’è bisogno di qualcuno che ricopra questo ruolo: a me fa ridere perché da bambina vedevo il giornalino di Gian Burrasca, quindi immagino me stessa antipatica e scorbutica! Samantha è sempre disponibile a dare una mano, ma soprattutto lo fa con convinzione e generosità, se le chiedi: “vuoi aiutarmi in cucina?” prende fiato e dice: “ssssssssì!” E’ estremamente sensibile quindi se nel rispondere ad una sua richiesta usiamo un tono o solamente un’espressione del volto brusca o scostante, teme di sbagliare ed inizia a scusarsi: ci vuole talmente tanto a convincerla che non ha fatto nulla di male e va tutto bene, che stiamo imparando a risponderle sempre con il sorriso, così facciamo anche prima! Insomma Samantha, il nostro cammino insieme è appena cominciato e dobbiamo ancora imparare a conoscerci, speriamo di fare un buon tratto di strada assieme ma soprattutto speriamo che questo percorso possa farci del bene.


un carnevale ... spettacolare!

Quest'anno, dopo 14 anni sono ritornata a vedere il Carnevale di Viareggio, questa volta con Daniele. Ad ottobre, dopo aver visitato la Cittadella del Carnevale insieme ai ragazzi, quando sono tornata a casa ho proposto a mio marito di andare al carnevale a febbraio e lui l'ha accettata subito. A novembre ho incominciato a cercare un albergo per il pernottamento, perchè avevamo deciso di partecipare alla sfilata serale di sabato 18 febbraio. Le altre sfilate sarebbero state di domenica pomeriggio e visto che il lunedì si lavora era una cosa impensabile potervi partecipare. Sabato 18 siamo partiti con la nave delle 10. Quando siamo sbarcati dal traghetto, abbiamo fatto una tappa a Venturina a salutare degli amici di famiglia ed a fare benzina, visto che al di là del canale costa di meno. Verso le 12 siamo ripartiti per Viareggio. Una volta arrivati, abbiamo fatto il check-in in albergo e poi siamo andati a pranzo. Abbiamo trovato un locale molto carino, che si chiama Trattoria Toscana da Maide, si mangia molto bene e si spende il giusto e la gentilezza dei proprietari è al top, sembra di essere in famiglia. Dopo aver mangiato (non sapevamo se ce l'avremmo fatta ad alzarci dal tavolo), ci siamo diretti verso la passeggiata dove ci sarebbe stata la sfilata dei carri che sarebbe iniziata alle 17. Dovevate vedermi! Ero emozionatissima, come una bimba davanti ad una montagna di regali. Quando i carri hanno cominciato a sfilare, mio marito ha strabuzzato gli occhi. È rimasto come uno stoccafisso nel vedere la loro maestosa grandezza. 

Tra i vari carri c’era anche quello della foto in fondo, al quale ha lavorato anche un mio amico che si chiama Gabriele Galli. La sua famiglia è da sempre una famiglia di carristi. Il suo nonno, Arnaldo Galli - che vedete nella foto con la sua “discendenza” - ha addirittura vinto 8 premi. Oltre a Gabriele ho rivisto altri 2 amici: Maurizio Carmassi e Simone Campanaro (nella foto qui a fianco). La sfilata è durata 3 ore e mezza. Verso le 20:30, ormai a buio sono iniziati i fuochi d'artificio musicali durati 40 minuti: che sono stati stupendi è dir poco! 

Dopo i fuochi siamo andati a cena e poi a nanna. Il giorno dopo, ovvero la domenica, abbiamo fatto colazione e poi siamo tornati sul viale a mare a fare una passeggiata. C'erano in mostra macchine d'epoca e non. Anche questo è piaciuto tantissimo a Daniele. Che dire … è stato un week-end spettacolare, tanto che mio marito ha detto: "merita venirci tutti gli anni". Che dite, mi farò sfuggire questa occasione? La risposta è NOOOO! Anzi consiglio a tutti, almeno una volta nella vita, ad andare a vedere il Carnevale di Viareggio. Chissà, magari il prossimo anno incontrerò qualcuno di voi. Vi metto qualche foto dei carri che hanno sfilato, riuscirò a far venire la voglia a qualcuno di andarci? 



giovedì 16 marzo 2017

in campo con Valter (di febbraio)

Con una vittoria e una sconfitta nel derby con la polisportiva Capoliveri - gara corretta disputata davanti ad un folto pubblico che ha incitato da ambo le parti i ragazzi in campo - termina la prima parte del campionato “esordienti 2004” e facendo un bilancio di questi primi 6 mesi è positivo. Tutti i ragazzi hanno dimostrato che l’unione fa la forza e loro sono una vera “forza”, un gruppo che oltre che compagni di squadra sono amici nella vita e hanno creato le basi per un roseo futuro. Certamente questi ragazzi hanno dato una bella e decisa risposta a tutti i gufi che avevano sentenziato e dato giudizi negativi senza nessun fondamento e solo per dare fiato alla bocca! ma come diceva Giovanni Trapattoni: “mai dire gatto se non ce l’hai nel sacco” … Avanti così!
V e non W
Educare attraverso lo sport è la nostra missione



mercoledì 15 marzo 2017

dal taccuino di martina di febbraio 2017

Faceva freddo? No! Pioveva? No! Ecco, queste sono già due variabili che hanno influenzato l'esito della serata, cioè i cappottini non erano necessari! Una volta all'anno io, Carlina e To-Pina ci incontriamo perché è così che abbiamo deciso nel 2010 quando Carlina ha lasciato il Centro per entrare alla Asl elbana come OSS. Siccome non ce la facciamo a trovarci diversamente perché così è la vita, almeno una volta all'anno sentiamo il bisogno di vederci per dare un senso alla nostra vita da un altro punto di vista. L'idea era di vederci ad un certo orario per l'iniziazione della serata aperitivando. To-Pina era in ritardo - di solito la ritardataria sono io - e quindi sono andata in casa sua; nonostante non fosse molto tempo che ero andata da lei a cena ho potuto rivedere la sua bella casa. Ma la cosa che ci è piaciuta più di tutto era che To-Pina si truccava e io stavo seduta sopra il bidet; proprio come quando si ritrovano le adolescenti che stanno o tutte in bagno o tutte in camera. Anche a noi evidentemente era salita un po' di malinconia nel vederci in quella scena; perché le cene, si sa, danno il senso della goliardia e a noi ogni volta sale su questo senso di euforia. Raggiunta Carlina all'Angolo Bar ci siamo date da fare per pareggiare gli aperitivi della nostra ex-collega e sempre-amica e ci siamo anche riuscite! Volevo precisare che è molto difficile che io beva gli alcolici, ma quella sera il prosecchino prima e il vinello della cena poi, andavano giù che sembravano unti! Davanti ad un ampio menù, tra cui anche di carne, le bimbe hanno avuto l’accortezza di prendere pesce come me, e quindi siamo partiti con tre antipastini marinari buonissimi e poi un secondo di patate e baccalà. Riuscivamo comunque a coordinare pensieri-bocca, ora masticatoria, ora libera di fare uscire le parole quindi concetti. Ad un certo punto è venuto uno scroscione d'acqua che a noi sinceramente non ha sfiorato minimamente, anzi è stata poi una fase prodromica per andare fuori al riparo e farmi una sigaretta. Anche Carlina ha fumato la mia sigaretta e anche To-Pina ha fatto un tiro e manca poco si sviene. Dal momento che le mie amiche hanno smesso di fumare tutte e due, questa azione ci ha riportato indietro un po' nel tempo proprio come le adolescenti che alla prima uscita libera iniziano a fare le grandi. Vogliamo finire questa cena con un dolcino? Ovvio! I “cremosi” alle mie amiche, i cantuccini inzuppati nell'acqua io. Sì, perché tutti i biscotti e le torte fatte in casa mi piacciono pucciati nell'acqua. Ma un finale di ammazza caffè? Il limoncino io no: ci prese un bel un po' di tempo fa il classico merdone che solo la bottiglia mi fa salire ogni istante di 20 anni fa; quindi per me un Cynar, un limoncino per la To-Pina e Carlina non ricordo. Scusate ma come faccio a continuare a dire che sono astemia? Ok, la conclusione di questo taccuino è che ho la consapevolezza che ormai sono pseudo-astemia e che a noi tre una sera e basta non ci basta!



martedì 14 marzo 2017

a proposito di alternanza scuola-lavoro

Recentemente le scuole superiori hanno previsto per i loro studenti la possibilità di vivere un'esperienza direttamente nel mondo del lavoro per un breve periodo. Questa novità è stata denominata “Alternanza Scuola Lavoro” ed ha come scopo principale quello di dare ai propri studenti la facoltà di scegliere con maggiori informazioni un indirizzo scolastico e quindi poi lavorativo, in base alle loro capacità e predisposizioni. Il nostro Centro è stato scelto per questa sperimentazione e in questo mese di febbraio abbiamo ospitato due gruppi di ragazzi della 3ª liceo scientifico di Portoferraio sezione A e B, ognuno dei quali è rimasto con noi una settimana. 

Era la mattina del 6 febbraio quando arrivando a lavoro mi sono trovata davanti un gruppetto di 5 ragazzi: i loro sguardi incuriositi cercavano di capire in che mondo si trovavano; un mondo conosciuto da pochi … quello della disabilità. Devo riconoscere  di aver provato della tenerezza e per aiutarli a rompere il ghiaccio con i nostri ragazzi ho improvvisato una "sistematina" al nostro giardino d'inverno. Ero sicura che dopo una mezz'oretta si sarebbero stancati o si sarebbero tirati indietro alle varie richieste di spostare vasi, raccogliere lo sporco e passare anche lo straccio sul pavimento, ma i loro sguardi si sono trasformati in sorrisi ed hanno legato subito con i nostri ragazzi condividendo gioia e fatica. 

lunedì 13 marzo 2017

siamo tutti "liber-artisti"!


 Nel numero scorso vi ho raccontato chi è Iris Dall’Aglio e, all’incirca, di cosa tratta il suo progetto “Limiti Flessibili”. Come sapete un’altra attività con esperto ha preso il via al Centro da qualche settimana. Si tratta del progetto “Art RiBel: lo stile nell’arte di vivere”, curato dalla dottoressa Noemi Alessi, laureata in filosofia e antropologia culturale e musicarterapeuta nella Globalità dei Linguaggi. 

Questa disciplina - riconosciuta a tutti gli effetti come tale - fonda le sue teorie su questi valori: l’amore per la vita, la fede nel potenziale umano, la valorizzazione dell'originalità espressiva e artistica di ciascuno, l’integrazione come sviluppo, la valorizzazione delle competenze innate o non. Quello di Noemi con NoiAltri sarà un percorso artistico espressivo con tutti i linguaggi e le arti, i vari laboratori hanno lo scopo di “attivare” le nostre risorse innate all’interno del gruppo sociale, visto come se fosse il grembo materno. Proprio per questo i vari incontri ripercorrono la nascita e successivamente lo sviluppo di ciascun essere umano. 

febbraio 2017

Un “mini editoriale” per introdurre questo numero di Cose di Casa del Duca, ricco di persone nuove di cui parlare, ricco proprio come le esperienze che facciamo noi-altri al nostro Centro e come quelle che facciamo fare a tanti nuovi amici! Buona lettura a voi-altri
Barbara   






ecco i compleanni del mese:

14 febbraio - enea -
... indimenticabile ... 


18 febbraio - Mauro - 47

 e poi ... 

venerdì 10 marzo 2017

pan d'arancio

Potevamo iniziare l'anno nuovo senza una nuova ricetta? La risposta è no. Eccovi una ricettina dolce siciliana. Bando alle ciance ed incominciamo ad elencare gli ingredienti. Ci occorrono:
¨ 250 gr di farina 00
¨ 250 gr  di zucchero
¨ 100 gr di burro
¨ 1 arancia non trattata
¨ 3 uova
¨ 1 bustina di lievito per dolci.
Li avete  preparati? Allora incominciamo. Prendete una ciotola e sbattete le uova con lo zucchero. Sbattete bene il tutto fino a far diventare le uova bianche. Aggiungete il burro  ammorbidito, la farina ed il lievito setacciati. Amalgamate ancora tutti gli ingredienti. In un’altra ciotola tagliate l'arancia (mi raccomando lavatela a modo) a pezzi e frullatela, compresa la buccia, fino a farla diventare una purea ed unitela all'impasto. Mescolate bene con una spatola. Versate l'impasto in una tortiera imburrata ed infarinata e cuocete per 35 minuti a 170 gradi. Avete infornato? Bene. Mentre il dolce cuoce potrete dedicarvi a preparare la glassa per decorarlo un po’. Per la glassa ci servono 3 ingredienti:
¨ 100 gr di zucchero
¨ Il succo di 1 arancia
¨ 50 gr di arancia candita
Drin! Drin! Drin! La torta è pronta! Allora … com’è venuta? Bella vero? Vi assicuro che è anche buona. Qui non è rimasta neanche una briciola e non siamo neanche riusciti a fotografarla; Anna e Pina non sono riuscite ad assaggiarla ma io ho già promesso di rifarla!
Rosanna



mercoledì 8 marzo 2017

dal taccuino di Martina di gennaio 2017

Pina mi rincorre. Mi ha chiesto cosa ho di pronto inerente al Taccuino. In realtà non ho niente di scritto. Non ho storie di cani, gatti, nipoti e storie annesse cui dare una collocazione spazio temporale. Ma mentre scrivo e rifletto su cosa orientare i miei pensieri, in effetti qualcosa mi balena in testa: che siamo tutti diversi. Ma questa diversità che dovrebbe essere una risorsa e una prerogativa per imparare qualcosa dal diverso da me come arricchimento di cultura, viene esaltato ed esasperato alzando muri e barriere, non solo a livello mentale, ma anche fisicamente. Questa gente, queste persone, queste famiglie, con vestiti diversi dai miei, con colori della pelle diversi dal mio, con suoni gutturali diversi dai miei, scappano da una guerra, spesso guerre civili - civili … perché civili non l'ho mai capito - e cercano di salvare le loro vite, le vite dei loro figli. Siamo tutti diversi, ma nella diversità siamo tutti uguali: due gambe, due braccia, una testa, un corpo, un buco di culo. Ma l'Europa mi sembra che se ne sbatta particolarmente di questa povera gente che scappa dalle civiltà della guerra e italiani che a loro volta protestano, anche giustamente, perché vengono agevolati gli immigrati, mentre nelle quattro regioni colpite dal terremoto continuano a morire per il freddo e per l'incapacità gestionale della Protezione Civile (dopo aver tolto le facoltà a Bertolaso) per le case provvisorie ai nostri terremotati. Allora mi chiedo se il genere umano c’è o ci fa. Io non sono uguale a te, tu non sei uguale a me ma possiamo aiutarci e condividere. Paradossalmente dovremmo chiedere aiuto alla mafia; come dice Pif: “la mafia uccide solo d'estate” e dal momento che siamo in inverno ora non uccide. I politici italiani, che per me non se ne salva uno, hanno una capacità di tirarcelo nel “didietro” e noi, evidentemente, ci piace perché non facciamo niente per ribellarci come popolo italiano. Trasmissioni in tv in cui politici e gente comune si scannano, dirigenti che pensano solo ai propri interessi e gente che vive con 290 euro mensili, come quella signora di Firenze che devono toglierle ulteriori 50 euro. C'era pochi giorni fa su “Quinta colonna”, la trasmissione condotta da Paolo Del Debbio. Su Raitre, nel tardo pomeriggio, Bianca Berlinguer conduce “Carta bianca” e anche in questo programma la politica la fa da padrone, nel senso che gli argomenti sono sempre gli stessi. Sempre le solite cose in Tv, tutti quaquaraquà ma poi tutti sono contro tutti e non si arriva a una conclusione. Fax, email, che non sono arrivati in tempo e 29 morti di Rigopiano sulla coscienza non ce li ha ancora nessuno. Intanto i familiari piangono parenti che hanno avuto solo la colpa di andare a farsi una vacanza. Non vado troppo in giro, non ho soldi, ma per fortuna arrivo a fine mese; ma quando vado a fare le ferie sinceramente non mi sono mai posta il problema se quell’albergo aveva avuto il via libera alla costruzione in quel luogo. In Italia no. In Italia si costruisce “così”, tanto il Dio Soldo annulla le magagne e le vite altrui. Ma poi nessuno è responsabile quando accadono questi disastri. Il “bel Paese” era un bel paese. Ora è una bomba a orologeria, piena di gente disperata che si trova porte, anzi, muri e fili spinati da ogni parte. Bada bene, senza discriminare stranieri e italiani. E ora che c'è un nuovo presidente americano, secondo me le cose si amplificheranno anche di più. Ha già detto che alzerà il muro al confine con il Messico. Io non ho figli, cioè io non voglio che la mia vita continui attraverso dei discendenti, e davvero è una scelta senza pentimento; ma quando vedo sui mass media strazianti immagini come quel bimbo di due anni, prono, senza vita sulla spiaggia, allora sono davvero una fallita come mamma, sorella, come figlia; perché tutti hanno il diritto di vivere. In casa dei miei nonni paterni succedeva che anche il forestiero era il benvenuto, prima era così e dove si mangiava in 11 si mangiava anche in 12: un po' meno a tutti ma tutti godevano della condivisione. Ora no. Non hai da mangiare? Cavoli tuoi! È questo ora il pensiero comune. Nel 2000 tenni in casa mia per un mese circa due donne clandestine. Mi ricordo che andammo in questura per far vidimare il visto; uscirono dall’Italia e poi ritornarono per stare a casa mia un altro po'. Rischiai di pagare un botto di soldi per ogni clandestino nascosto. Non è accaduto fortunatamente e so che ora stanno bene. Troppi uomini a comandare e troppe poche donne. Cambierebbero tante cose in positivo con le donne al potere.


martedì 7 marzo 2017

il giardino d'inverno

Il freddo di gennaio è un cattivo alleato dei fiori, specialmente quello di quest'anno. La temperatura è stata veramente eccezionale per l'Elba, scendendo di alcuni gradi sotto lo zero ed i nostri fiori hanno rischiato di gelare. Un freddo come quest'anno non lo avevamo da molto tempo, abituati ad inverni miti, quasi primaverili, i nostri vasi di fiori potevano di rimanere nel giardino. Il freddo rigido ci ha preso alla sprovvista ed abbiamo dovuto provvedere tempestivamente per il salvataggio delle nostre piantine. 

I nostri ragazzi, spinti dall'amore verso la natura, si sono coperti come se dovessero partire per il Polo Nord e formando una catena umana hanno trasferito in un battibaleno tutti i nostri vasi al riparo dal freddo dentro il nostro Centro. Con l'occasione abbiamo allestito un vero e proprio giardino esponendo in bella vista le nostre piante nella sala da pranzo dopo averle ripulite dalle erbacce e aggiunto del terriccio e del concime. Tutti incuriositi dalla crescita delle piantine, non passa giorno che non andiamo a controllare se hanno bisogno d'acqua, se i fiori sono sbocciati, provvedendo a togliere immediatamente ogni fogliolina ingiallita o fiore appassito. 

E come un miracolo della natura sono sbocciati moltissimi fiori: le primule fanno capolino dalla finestra, la stella di Natale troneggia in mezzo a tutti i fiori come una regina; sotto di lei i nostri ciclamini muovono le loro teste variopinte, dalle nostre piantine grasse stanno sbocciano dei delicatissimi fiorellini gialli, inebriando di profumo e di colore il nostro Centro e le nostre giornate. Per trasmettere la nostra gioia, in un cartellone abbiamo disegnato e colorato il nostro stato d'animo, con fiori nati dal nostro cuore. Ognuno si è potuto esprimere liberamente disegnando il proprio fiore con i suoi colori e poi abbiamo esposto il cartellone in mezzo al nostro giardino d’inverno.






giovedì 23 febbraio 2017

in campo con Valter (di gennaio)

Dove eravamo rimasti? Dopo l’ottima partita disputata dai nostri contro il Venturina il campionato è proseguito con 5 partite che hanno visto i nostri ragazzi ottenere dei risultati sia in campo che, soprattutto, di rafforzamento e unione del gruppo in vista del prossimo campionato. Nell’occasione siamo riusciti a intervistare il nostro presidente Angelo Giordano che ci svela i prossimi obiettivi. Lasciamogli la parola: 

“il presente è roseo perché i nostri ragazzi ci stanno dando grosse soddisfazioni. Il nostro progetto va avanti nella speranza che le istituzioni lo supportino attraverso un miglioramento delle strutture, mettendoci a disposizione un campo in erba sintetica nel giro di 3 anni puntiamo a ottenere la qualità di scuola calcio elite che ci permetterebbe di compiere un ulteriore salto di qualità.                     


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lunedì 20 febbraio 2017

gli appunti di Annalisa di gennaio



È arrivata la Befana. Non era ancora passato l'anno vecchio che già pensavamo come festeggiare la fine delle feste con la Befana che finalmente se le porterà via. Quindi cosa fare? Preparare le calze per i nostri ospiti ovviamente! Il 2 gennaio quindi ho ripreso la mia macchina da cucire, la stoffa, i cioccolatini, i bigliettini preparati da Pina ed insieme a tutti i ragazzi abbiamo dato il via alla nuova attività. Le calze sono state realizzate con il pannolenci e tanta inventiva, tutti hanno partecipato e chi non poteva incollare i vari pallini ha partecipato invogliando gli amici a realizzarla per loro. Abbiamo coinvolto in questa attività anche Bianca, una nuova amica che viene da Capoliveri ed è un inserimento lavorativo protetto. Verrà qui al Centro tre volte a settimana e affiancherà Massimo e Martina ad apparecchiare,  sparecchiare e pulire i tavoli.

giovedì 16 febbraio 2017

i nostri "limiti flessibili"

Dal mese scorso abbiamo iniziato una nuova attività con esperto. L’attività si chiama danzamovimentoterapia e l’esperto è la dottoressa Iris Dall’Aglio (qui a fianco nella foto del suo profilo facebook). È un’esperta coi fiocchi perché scorrendo il suo curriculum vediamo che ha una formazione molto importante e varia - laureata in scienze della formazione, danzaterapeuta da oltre 10 anni, facilitatrice del metodo di narrazione creativa Timeslips con persone affette da alzheimer, ed altro - così come le esperienze lavorative in diversi campi. Il progetto che abbiamo intrapreso insieme si chiama “limiti flessibili” e già il nome dice molto sottolineando quanto quello di limite sia un concetto individuale e non generico. Il percorso è principalmente pratico ed è rivolto a tutti noialtri del Centro, operatrici comprese mettendoci tutti sullo stesso piano. L’intervento “funziona” a 3 livelli: 
- A Livello fisiologico per: aumentare la consapevolezza del nostro corpo, facilitare la riscoperta delle funzioni del nostro corpo, ampliare le nostre capacità motorie superando i movimenti abituali.
A Livello emotivo per: uscire dall’isolamento, passare da un corpo passivo ad uno attivo, esprimere ogni tipo di emozione, creare occasioni gioiose. 
- A Livello relazionale per: favorire il senso di appartenenza al gruppo, creare un momento di gioco, comunicare in modo non verbale, sviluppare la capacità di ascolto, facilitare una buona comunicazione che continui anche al di fuori degli incontri. 
Durante questi primi incontri abbiamo iniziato a sperimentare il nostro corpo innanzitutto con la percezione di esso: toccandoci, con gesti simili a quando ci laviamo, muovendo poi una singola mano o piede fino ad arrivare a movimenti più ampi e complessi, ognuno secondo le proprie capacità e possibilità e lasciandoci guidare dalla musica. Durante l’ultimo incontro oltre alla musica sono stati aggiunti bellissimi video del mare: il mare che lambisce la riva e culla, il mare increspato dalle onde e così via. Ci immedesimiamo in esso e il nostro corpo si muove spontaneamente in armonia con il suo movimento. I ragazzi sono sempre molto attenti e divertiti e mentre “giocano” a muoversi sperimentano un’esperienza nuova.