lunedì 12 dicembre 2016

emozioni di una gita

Aspettativa, attesa gioiosa: incontri e discussioni cercando di disegnare i contorni per mettere i piedi per terra ad un sogno; cosa facciamo? Dove andiamo? Chi potrà venire? Successivamente si diventa positivamente operative con concretezza della programmazione: quando? Come? Come trovare un albergo adatto? Ci piaceva la soluzione degli appartamenti adottata la volta scorsa ma, nonostante l'impegno, non siamo riuscite. Ma non importa. Ripieghiamo sulle camere: siamo 6 operatori possiamo accompagnare 12 utenti, ecco ci servono 6 triple. Avremmo voluto partire il primo giovedì di ottobre ma nessuno degli alberghi idonei ha posto. Non importa, prendiamo quello che offrono. 
Cerchiamo DISPERATAMENTE un bus con pedana ma l'unico trovato ci dà buca e non si può nemmeno dire non importa! Tenacemente insistiamo e finalmente troviamo una soluzione. Gli imprevisti non sono finiti: giovedì 20 ho un corso al quale non posso assolutamente rinunciare ma non importa io parto prima ho completa fiducia nelle colleghe, possono farcela anche senza di me anche se, ovviamente, mi dispiace moltissimo. Dove si pranza? In cooperativa! Tanto siamo da quelle parti. Le impiegate degli uffici amministrativi non vedono l'ora di conoscere i nostri ragazzi e noi di condividere con loro la NOSTRA cooperativa: qui è la commozione l'emozione prevalente. 
Sono quasi le 19 quando, finalmente, mi unisco al gruppo. È quasi buio e stare lì sul pullman è rassicurante, anche se fame e stanchezza cominciano a fare capolino. La notte ci porta un po’ di apprensione ma non abbiamo certo programmato tutto questo per riposare … entusiasmo e attesa sono ancora nell'aria; abbiamo un'altra giornata da goderci tutti assieme. La visita all'acquario, un pranzo in compagnia; che clima conviviale e sereno! Sulla via del ritorno lo spauracchio di altri inconvenienti: la pedana del bus è alta e di complesso utilizzo, all'acquario non c'erano scivoli e gli ascensori erano piccoli: siamo pesantemente in ritardo! Un momento di apprensione perché sappiamo che la nave successiva non sarà attrezzata adeguatamente per le nostre necessità e quella dopo è troppo tardi per i nostri eroi ormai stanchi! Non importa: la disponibilità e le robuste braccia del personale della Moby Love ci consentono di salire e sbarcare: che sollievo trovare le famiglie in attesa. Ma l'emozione più grande è nella domanda che proprio all'ultimo minuto  ci fanno i ragazzi: “dove andiamo la prossima volta?” Non c’è espressione migliore per dimostrarci la loro felicità, gratitudine e fiducia e per noi non può esistere gratificazione più grande.





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