lunedì 28 dicembre 2015

accorrete gente, accorrete!

Domenica 29 novembre siamo stati invitati a partecipare come “venditori” al mercatino di Natale di sant’Ilario. Abbiamo lavorato un mese intero per realizzare con i nostri ragazzi oggettini per addobbare l’albero fatti con il das ed impreziositi di brillantini; vasetti di vetro riciclati rivestiti con stoffe colorate che ci aveva regalato Francesca Puppo; portapenne ed altro fatti con i barattoli di alluminio portati da Martina; sciarpe e cappelli confezionati da una nonnina nostra assistita con il servizio domiciliare che nel frattempo è passata a miglior vita e poi qualche oggettino di ceramica proveniente dall’ex laboratorio di ceramica della cisse. Il nostro banchetto era proprio situato di fronte alla scala centrale del paese, eravamo a fianco della chiesa del santo ed il sole era tutto per noi. Appena siamo arrivati in paese c’erano già tante persone, alcune erano anche vestite con abiti lunghi “orientaleggianti” impreziositi da veli rifiniti con cordoncini che servivano per mantenerli fermi in capo; altri invece erano vestiti da folletti ed altri ancora da Babbo Natale. Erano le 11 e l’aria era inebriante. L’odore della festa aveva rimosso anche i miei pensieri tristi. I bimbi del paese erano pronti in piazza a ballare, correre ... insomma proprio una bella atmosfera! Non mi ero ancora ambientata quando la piazza si è affollata ed il banchetto è stato preso d’assalto. Abbiamo venduto, chiacchierato ed anche cantato con il complesso “Antani Orchestra”. I nostri ragazzi presenti purtroppo erano solo in 4 ma molto motivati e con la loro “popolarità”, allegria e conoscenza hanno avvicinato molte persone che hanno portato nella nostra cassettina una ragguardevole somma che ci servirà per comprare materiale per i nostri laboratori e forse anche una bella macchina da cucire per creare prodotti nuovi da offrire nel prossimo mercatino elbano!


lunedì 21 dicembre 2015

Noi-Altri Di Vittorio

Sono esattamente due anni (era settembre 2011) che questo giornalino ci permette di comunicare con tutte le famiglie: avete conosciuto tutti gli operatori, cosa pensano e come lavorano, vi abbiamo presentato anche tutti i nostri figli, nipoti, genitori. Ma a “Casa del Duca” non ci siamo solo noi: c’è tanta gente che supporta ed indirizza il nostro lavoro quotidiano rimanendo in rapporto con noi più o meno da lontano. Come voi tutti sapete, sono già 15 anni che la conduzione di questo Centro è affidata alla G. Di Vittorio, cooperativa toscana con sedi a Massa e Firenze ma, ad intervalli di circa 3 anni, la nostra permanenza al Centro è messa in discussione da un gara, indetta dalla USL, che ha lo scopo di scegliere la migliore gestione possibile per il triennio successivo.

Oggi vorrei presentarvi alcune delle tante persone che compongono la nostra cooperativa. Prima di tutti la presidente Maria Antonella Oronte: qualcuno di voi la conosce perché e venuta all’Elba per partecipare ad alcuni eventi particolari, oltre che per incontrare i soci in occasione dei bilanci. Voglio anche riassumere, per chi non ha consuetudine con l’ente pubblico, come nasce un affidamento: con il bando di gara esce un capitolato che fissa la base d’asta, i requisiti richiesti a chi intende partecipare, i criteri di valutazione e definisce i servizi in gara, il calendario di apertura e l’utenza. Al capitolato, che è molto generico (per esempio può chiedere che venga svolta attività di musicoterapia) si risponde presentando un progetto. L’ufficio progetti è capitanato da Laura Periccioli che i vostri figli conoscono bene perché viene a trovarci, ci osserva, capisce dove ci sono margini di miglioramento. Dopo questa visita ci sentiamo moltissimo al telefono, anche più volte al giorno, fino a che il progetto non prende forma. Quest’ultimo non è generico ma anzi dettaglia tutta la vita del Centro in modo molto preciso.

ecco ci siamo

Nel mese di novembre l’azienda asl 6 di Livorno ha pubblicato un capitolato per la gestione di strutture della zona Elba. Ebbene sì, questa volta fra le altre c’è anche Il Centro Diurno di Socializzazione Casa del Duca di Portoferraio! Siamo proprio noi, questa volta ci siamo: è aperta la gara. Ormai sono trascorsi ben 4 anni da quando abbiamo pubblicato su questo giornalino un articolo “Noi-altri Di Vittorio” per presentare alle famiglie alcune delle principali componenti della nostra cooperativa. Da allora ho scritto altri articoli per cercare di farvi conoscere meglio almeno le persone che frequentano più assiduamente il Centro e che i ragazzi conoscono bene, ho anche cercato di spiegare che dietro di noi ci sono molti altri uffici, e soprattutto persone che quegli uffici compongono che, anche se non si vedono, consentono al nostro lavoro qui sul campo, di essere quello che è e di svolgersi come si svolge. Abbiamo descritto Lucia, la Manu, Manuela Aceto, Laura Periccioli, vi ho tenuti al corrente di visite mediche, ispezioni e controlli. Certo non è che in questi 4 anni siamo stati qui fermi ad aspettare, abbiamo proseguito sull’indirizzo dato dal precedente progetto per espandere e migliorare il servizio che offriamo. Ci siamo proposte mete sempre più ambiziose: abbiamo avuto altri collaboratori “esperti esterni” (Antonella Colli, Noemi Alessi, Stefania Donda, Marta Volta …) stretto nuove collaborazioni (La saponeria, Marelba, Amici del porto …), allungato i percorsi delle nostre gite fino al pernottamento fuori isola. Ma non per questo pensiamo che non ci sia altro da fare, vi assicuro che abbiamo tutta l’intenzione e la capacità di rimanere almeno altri 3 anni, meglio 6, qui al Centro!



Dato che è passato molto tempo e che molti dei nostri lettori sono cambiati pensiamo sia giusto riproporre proprio in questa occasione quell’articolo con le necessarie modifiche: ECCOLO QUI!




giovedì 17 dicembre 2015

quella grande casa verde

C’era una volta una grande casa verde, con grandi finestre rosse e 3 piramidi di plastica al posto del tetto. Questa strana casa è abitata da una rumorosa famiglia di una trentina di persone. Pensate un po’ che fatica andare sempre e comunque tutti d’accordo … vi sembra impossibile? Infatti! Come in tutte le famiglie che si rispettino ci sono momenti in cui i problemi e la stanchezza del singolo e del gruppo hanno bisogno di essere affrontati e discussi per cercare una soluzione. Ci siamo guardati un po’ intorno ed abbiamo deciso di rivolgerci ad una persona esterna alla famiglia che ci aiutasse a capire noi stessi e come ristabilire quell’armonia di gruppo in cui ci piace tanto stare. La persona in questione è Antonella Garganese, che è pur sempre una “parente” della nostra “famiglia” ma non abitante nella nostra casa. Antonella, sicuramente lo abbiamo scritto altre volte, è responsabile tecnico di settore della Di Vittorio e da qualche mese sta incontrando noi operatori per aiutarci ad affrontare le problematiche che si sono presentate via via. Ma non solo! Questi incontri sono anche l’occasione per riflettere sul modello teorico su cui abbiamo basato e con cui lavoriamo al nostro Centro. Il sentirsi supportati da un “familiare” esterno ha rafforzato il senso di appartenenza al gruppo Centro-Cooperativa e ciò si è riflettuto sul nostro lavoro quotidiano facendoci ritrovare un nuovo entusiasmo. Ecco perché proprio alla vigilia dell’apertura di certe buste (quelle della gara d’appalto!) non possiamo che augurarci di continuare sul cammino intrapreso almeno - e dico almeno - fino al 2021!




mercoledì 16 dicembre 2015

novembre 2015

E così siamo pressoché arrivati a Natale … sotto l'albero abbiamo trovato un "regalo" atteso da tempo, cioè il bando per l'assegnazione del nostro Centro. Qui da noialtri un po' la tensione si fa sentire e se da una parte si cerca di sbrigare le faccende strettamente legate alla gara d'appalto, dall'altra si lavora alla grande per quelle connesse al Natale. Ognuno è al suo posto di combattimento: la Veludo rinchiusa in ufficio esce solo per prendere il caffè delle 11 o per sbirciare nei lavori degli altri (… e vi confido che è pure un po' antipatica in questi giorni!); poi ci sono tutti gli altri gruppetti che si barcamenano fra questo e quell'altro … insomma, tutto procede secondo i piani per regalarvi e regalarci un Natale da ricordare! Ovviamente ci siamo impegnati per mantenere un po' di mistero … speriamo di esserci riusciti! Vi aspettiamo tutti alla festa, nel frattempo buona lettura! Barbara

ecco i compleanni del mese:

7 novembre - Letizia - 44


18 novembre - Eliana - 61
  
 e poi ...

martedì 15 dicembre 2015

i biscotti di NoiAltri


Ebbene sì, avete letto bene: i biscotti di noialtri. Già da qualche lunedì con Rita abbiamo incominciato a fare i biscotti. È un’attività che le avevo proposto e che ha accettato ben volentieri. Ho scoperto così che anche a Rita piace mettere “le mani in pasta”. Ne abbiamo fatti di tanti formati, tanti gusti ed alcuni anche decorati. Volete la ricetta? Eccola …

 ¨ 300 gr di farina
¨ 150 gr di zucchero
¨ 150 gr di burro
¨ ½ bustina di lievito per dolci
¨ 1 pizzico di sale
¨ 2 uova
¨ 1 fiala di aroma al limone (o la buccia di un limone non trattato)

Siete pronti? Incominciamo. Mettete la farina, lo zucchero, il sale, il lievito, il burro a pezzi, le uova e l’aroma in una ciotola. Impastate tutti gli ingredienti fino ad ottenere una palla liscia ed omogenea. Avvolgetela nella pellicola e fatele riposare in frigo per 30 minuti. Trascorso questo tempo stendetela sul piano di lavoro usando il mattarello e tagliate i biscotti a vostro piacimento usando formine (come abbiamo fatto noi) o usando una rotella. Metteteli su una teglia foderata con la carta da forno. Infornateli a 150 gradi per 15 - 20 minuti.  Sono venuti belli? I nostri sì e sono anche venuti buoni. Per Halloween li abbiamo fatti a forma di fantasmino e di zucca. Sono stati ben accetti ma soprattutto divorati! Da qui in avanti proveremo a fare altri dolci. Vi terremo informati … se ci vengono bene e buoni chissà … in futuro apriremo un attività!




lunedì 7 dicembre 2015

dal Taccuino di Martina (quello di ottobre 2015)

Quando mi chiese se potevo tenerla io, le dissi che l’avrei portata al Centro, perché in casa non avrebbe resistito molto con due cani. E poi perché non amo le piante nei vasi ma solo nei loro habitat naturali, tanto che casomai l’avrei piantata. Così chiesi se le aveva dato un nome dal momento che ogni cosa deve avere un nome per me: il pc Duccio, l’auto Divina, il motorino Ne.Mo. (nome dato prima dell’uscita del cartone animato - è infatti l’acronimo di Nero Motorino), i cani Grisù e Lulita, il gatto Sofie, il topo Topo. Mi disse che avrebbe avuto piacere se fossimo stati noi del Centro a dare il nome al ficus. E poi le dissi che avevamo già un ficus che in 20 anni era cresciuto molto e che si sarebbero fatti compagnia. Così dopo che ho scelto un nome ho chiesto ai ragazzi se poteva andare bene. Così accanto a Beniamino Bengiamin Ficus abbiamo Abracadabra. “Abracadabra” era un modo per scongiurare un po’ tutta la realtà che le persone più vicine alla padrona della pianta sapevano. Emanuela era un medico che avevo conosciuto un po’ di tempo fa. A prima vista i suoi occhiali scuri portati anche di notte e i suoi capelli rossi con il taglio alla Valentina, mi faceva pensare che poteva essere uscita da un pianeta di un’altra galassia. E infatti così era perché sapeva tante cose su tutto da quanto la sua sete di conoscenza era forte. Sapeva sulla fisica quantistica, tanto che ci aveva scritto un libro, sapeva sull’omeopatia, tanto che io mi rivolgevo spesso a lei per sapere cosa potevo prendere per quella cosa o l’altra. Poi sapeva tutti gli alimenti che contengono gli omega 3. Sapeva, sapeva e sapeva ancora. Sapeva anche che sarebbe dovuta morire da giovane. Perché niente l’avrebbe salvata. L’ultima volta che l’ho vista è stato a metà luglio. Mi chiamò, mi disse se andavo a casa sua. Bolzanina verace di nascita, abitava a Padova, ma aveva la casa a Portoazzurro. Quando era sull’isola quasi tutte le sere ci vedevamo, a cena un po’ da quell’amica, un po’ da quell’altro. Anche lei non mangiava carne come me. Anzi, io non mangiavo carne come lei. Lei l’aveva capito prima. E quando insomma l’ultima volta che l’ho vista, arrivata in ritardo come sempre, le feci un massaggio al collo, perché comunque i dolori e soprattutto il pensiero di dover lasciare 2 figli adolescenti soli, la mandava in crisi. Quella è stata l’ultima volta che l’ho vista, perché poi piano piano quel mostro che le ha fatto togliere un seno aveva iniziato anche ad incanalarsi nel cervello tanto che alla fine solo nei suoi momenti di lucidità diceva ad Antonio, il suo attuale compagno, “chiamiamo Martina”. Ecco, il 12 settembre è stato il giorno in cui la morte è venuta a prenderti. La tua piantina Abracadabra è qui con noi … e tu sarai sempre nella mia memoria.