martedì 28 luglio 2015

l'orto di casa del duca

Anche quest'anno abbiamo voluto ripetere l'esperienza dell'orto, dato che l'anno scorso è stata un'esperienza molto positiva. All'inizio della primavera abbiamo contattato i nostri "benefattori" Paolo ed Eugenio, gli stessi dell'anno scorso, che ci hanno aiutato a preparare il terreno per fare il nostro orto. I primi di maggio è arrivato Eugenio con la motozappa di Paolo (il vivaista) e di buona mattina si è messo ad arare la terra. Tutti noi con il naso all'insù abbiamo ammirato la terra incolta e piena di erbacce che via via iniziava ad emanare un forte e buono odore di terra trasformandosi in un campo di zolle marroni. 

La terra ha riposato per una settimana "in modo e maniera" - come direbbe l’educatrice alta -  per far macerare le erbacce e far ossigenare il terreno. Passata la fatidica settimana, sempre con l'aiuto del nostro Eugenio che è diventato di fatto il nostro supervisore dell'orto, abbiamo trapianto le nostre piantine di pomodori, melanzane, peperoni, zucchine, cetrioli, basilico ecc. insieme ai nostri ragazzi che si prodigavano a passare ora una piantina di pomodoro, ora una di melanzane e così via. 

Anche i ragazzi sulla sedia a rotelle hanno potuto partecipare in prima persona alla realizzazione dell'orto e in seguito alla raccolta dei frutti grazie ai viali più ampi, creati apposta per loro. Quest'anno, con la donazione di una cospicua somma da parte della Cisse (che ci viene sempre più spesso in aiuto nelle nostre difficoltà) è stato possibile adeguare il nostro orto ai nuovi sistemi di coltivazione, dotandolo di un'irrigazione goccia a goccia con relativo meccanismo che permette di programmare ora e durata, nonché con il posizionamento di fogli oscuranti che impediscono la crescita delle erbacce infestanti sotto le piantine. 

Un progetto, dunque, di tutto rispetto, degno di un agronomo! Oltre all’aiuto economico della Cisse, essenziali sono stati tutti i consigli - spontanei e non! - che mi hanno dato tutti coloro che lavorano nel settore, in questo modo possiamo continuare a mettere a punto questo progetto e continuare a vigilare e controllare ora per curare la “peronospora”, ora per l'invasione delle formiche e degli afidi e così via. Al tutto aggiungiamo tanta buona volontà e un pizzico d'iniziativa, con il piacere di conoscere e risolvere i vari problemi che un orto comporta, ricordando sempre, come diceva mia nonna, che “l'orto vuole l'uomo morto”! Eppure tutto questo viene fatto molto volentieri per permettere ai nostri ragazzi di vivere l'esperienza di veder crescere le piante, dare i loro frutti, raccoglierli e vivere a contatto della natura per riconoscerne il ritmo e riceverne gli enormi benefici nel nostro animo e sul nostro fisico!


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