lunedì 6 luglio 2015

dal Taccuino di Martina (quello di maggio 2015)

Questi ultimi due mesi il Centro è stato colmo di novità che ci hanno assorbito particolarmente, ma il risultato è stato appagante per tutti quanti. La gita a Firenze e il matrimonio di Francesca, la figlia più grande della nostra capa Veludo. Della gita abbiamo ampiamente parlato nello scorso giornalino, del matrimonio di Francesca sono pronta per raccontarlo ora! Gente: udite udite e gioite, soprattutto noi, del fatto che la Veludo abbia solo 3 figli, di cui l’ultimo è troppo piccino per sposarsi! Allora … già prima della gita di Firenze era venuta Francesca con Paolo, il suo futuro ed ora attuale marito per illustrarci come potessimo dare una mano alla realizzazione del loro sogno. Pronti … attenti … via! Innanzitutto andiamo insieme ai ragazzi a fare un sopralluogo alla location, e poi: “Vorremmo le bomboniere, vorremmo un cartellone, vorremmo degli oggetti di abbellimento della festa …” ecco che così ogni operatore con il suo gruppo ha portato avanti il lavoro. Ecco che così il mio ruolo non è stato tanto nei laboratori di bricolage, quanto quello, insieme a Letizia, di apparecchiare la tavola per il festeggiamento del 16 maggio presso la casa della cognata di Francesca a Marina di Campo. 

Agli ospiti che sarebbero intervenuti alla cerimonia era stato davvero dedicata tutta l’attenzione che una coppia di sposi novelli vorrebbe dare fin nei minimi dettagli. Io e Letizia quando siamo arrivate intorno alle 15 alla casa, abbiamo trovato i tavoli e le sedie e foglietti in cui c’era scritto come apparecchiare e tutte le indicazioni e accortezze per il cibo. All’inizio eravamo un po’ nel panico, perché avevamo trovato tutto ma non trovavamo il foglio con i nomi dei tavoli e le disposizioni degli ospiti. Ma ecco che arriva un angelo custode, il signor Leonello che è il nostro punto di riferimento e che con un paio di telefonate trova il foglietto. Il giorno prima questo “bugiardino” era stato letto e tenuto in mano dallo zio Walter, che è il cognato di Emanuela, fratello del marito, anzi, fratello gemello, l’artista, insomma quello “di fòri”. Ci avrà dipinto le patate sopra? Ma questa è un’altra storia!* Insomma, cominciamo ad apparecchiare. Per ogni commensale dobbiamo mettere: il piatto in vetro bianco, posate monouso incartate nel cellophane raccolte in centrini sottotorta di carta bianca il tutto assemblato nel tovagliolino color turchese legato con un laccino di spago fine, un bicchiere di vetro anch’esso laboriosamente arricchito da una striscia di juta su cui con un nastrino penzolava il nome dell’ospite.

Poi dovevamo mettere l’apparecchiatura personalizzata sul tavolo corrispondente al nome della pianta (Francesca è biologa; io e lei abbiamo una cosa in comune: anche lei conta gli uccelli!) Finito questo ci siamo dedicate alla preparazione o meglio all’assemblamento del cibo, tipo mettere i pomodori nella panzanella, ecc. Ecco che in soccorso dopo la cerimonia arriva Antonella, la sorella della capa, che è un vulcano di gioia quando ci vede; arriva anche Caterina, la seconda figlia, a cui avevamo dedicato la nostra collaborazione quando si sposò, e un sacco di altra gente. Dai … tutto è fatto! Mi cambio, mi metto il vestito, un po’ troppo lungo per essere un maglione, un po’ troppo corto per essere un vestito. Non mi è arrivato ciò che avevo ordinato su internet che rispecchiava i voleri degli sposi: noi collaboratori aveva piacere che ci vestissimo stile anni ’50, come era tutta la cerimonia fra l’altro, abito da sposa compreso. Dai! A me mi inviti a nozze con i travestimenti e per questa occasione l’acconciatura e il trucco rispecchiavano proprio lo stile richiesto. Stanno arrivando gli sposi: sui tavoli c’è tutto, anche i barattolini degli omogeneizzati con dentro una candelina adeguatamente colorati ed abbelliti con il colore predominante: il turchese. Sulle scale, i barattoli di vetro più grandi anch’essi abbelliti.

Insomma, tutto è pronto! Mi emoziono non solo a vedere Francesca, ma soprattutto a vederla con sua sorella Caterina, mi emoziona vederle complici e io mi sento un po’ intrusa ma nello stesso momento parte della famiglia … non piango perché la mia estetista me lo ha proibito: avevo l’eyeliner e il mascara … Ecco che arrivano anche gli altri ed io e Nila andiamo a ricevere gli ospiti per l’aperitivo. Poi inizia la cena, bella e abbondante e quindi ognuno ai propri posti: Letizia e il figlio di Leonello, Gabriele, 17 anni studente di scuola alberghiera, si unisce a noi con una semplicità e gioia unica e iniziano a friggere la pasta del pane, io sono alla pasta al sugo, Rosy agli affettati, il marito di Rosy alle salsicce, Maria alle lasagne. Ed è così che dopo cenato ci mettiamo a ballare. È proprio una festa come piacciono a me, in casa … Ma è mezzanotte ed io sono distrutta  … saluto tutti e buonanotte! La mattina della domenica mi assale un pensiero: non abbiamo messo da bere sulle tavole imbandite! Mi rigiro dall’altra parte e un’altra ronfatina la faccio! Evviva l’amore!  




*Walter Puppo, laureato all’accademia delle Belle Arti di Firenze, si sta facendo conoscere in campo artistico con le sue produzioni pittoriche che hanno come soggetto la “cellula”. Al Centro Emanuela ama ironizzare su tale soggetto dicendo che suo cognato dipinge “patate”!  

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