martedì 12 maggio 2015

un viaggio inaspettato: un racconto di Fabrizio


Salve a tutti, sono Fabrizio e svolgo da appena 2 mesi il servizio civile presso il Centro di Casa del Duca. Anche io, come le mie colleghe, ho voluto partecipare alla Gita (con la G maiuscola) di Firenze. Con molta emozione, vorrei raccontarvi il fatto e spiegarvi le mie motivazioni. Quando entrai qui, 2 mesi fa, sapevo che il Centro oltre a fare attività interne ed esterne, organizzava delle uscite di una giornata anche al di fuori della nostra “pietruzza” come diceva Napoleone; mi hanno raccontato infatti che l’anno scorso erano andati a fare “i musicanti di Brema” per gemellarsi con un altro Centro gestito anch’esso dalla Di Vittorio. 
Mai mi sarei aspettato un’uscita di 2 giorni e, come è stata una sorpresa per me, lo è stata anche per il Centro stesso. Emanuela, la boss, mi ha proposto di prendervi parte e ho accettato, anche se non mi sentivo all’altezza, per aumentare il mio bagaglio di esperienze e soprattutto per dare manforte. C’era un grande fermento e un clima di attesa qui tra le nostre pareti colorate e tappezzate di cartelloni, i ragazzi erano in estasi e non vedevano l’ora di prendere la valigia e partire (Giada in primis). Dopo giorni di continue domande sulla gita - sempre Giada? Sì! - arriviamo al giorno tanto atteso, quel giovedì 16 aprile che doveva ancora rivelarci tutto. La gita era organizzata in questo modo: Ikea (prima d’ora non c’ero mai stato), Teatro Verdi (che preferisco alla discoteca per gusti musicali) e il centro storico di Firenze. Oltre ad aver rafforzato il mio rapporto di amicizia con i miei colleghi, Valter e le sorelle di Emanuele, ho conosciuto 4 persone speciali: Piero, un “articolo” come dicono a Rio; Marianne, una donna semplice e dolce; la mamma di Tamara con suo nipote Brian. Eravamo suddivisi in 2 pulmini e il mio, senza offesa per l’altro (ci mancherebbe) era il più “topaio”: Giada, Lele, Antonietta, Eliana, Maria, Marianne ; alla guida c’era il nostro taxi-driver Piero, che non si perdeva mai d’animo, e Barbara-Pina che “fungeva” da navigatore (un po’ sconfusionato, ma vabbe’).
Arrivati all’Ikea, ho notato un grande interessamento da parte dei ragazzi che si stupivano nel vedere quei mobili, quelle cucine colorate e roba di vario tipo. Lo stesso vale per il sottoscritto che in quegli istanti gli era venuta la voglia di progettarsi la casa dei suoi sogni. Anche in albergo ero con un gruppo magnifico: Piero, Barbara Pina, Michela e Lele. Mi ha fatto tanta tenerezza vedere Michela che si rotolava felice sul divano letto suo e di Barbara Pina, mentre in camera mia c’era Lele che si sentiva una “chiavica” per il mal di schiena. 
Nell’altra stanza c’era l’asociale di Piero (scherzo, è stato tutto l’opposto, sempre disponibile anche se doveva riposarsi per l’indomani, ovvero per la visita al centro di Firenze e per il viaggio di ritorno). Usciti dall’albergo,  ci siamo diretti con i pulmini alla pizzeria, situata proprio davanti al Teatro Verdi che, a causa della vita di città, da un tragitto di mezzora è diventata un’odissea. Dopo un’ora e passa siamo arrivati alla nostra “Itaca”, chiamata pizzeria, per cenare dove ci hanno serviti e riveriti. Attraversata la strada siamo entrati a Teatro per vedere lo spettacolo presentato dal Cirque Eloize, circo di ginnasti, ballerini e giocolieri. Questi circensi hanno creato un’atmosfera elettrizzante che ci ha fatto balzare dai divanetti con tutti quegli scenari psichedelici che ricordavano un pochino i Pink Floyd e per la loro bravura.
I ragazzi si sono divertiti, tanto che Giada, quando un gruppetto di artisti è sceso fra il pubblico con biciclette e pattini, lei aveva intenzione di conoscere il biker del circo perché si è alzata in piedi gridandogli ripetutamente: “Wie heißt du?  Wie heißt du?” Tornati ai pulmini ci siamo avviati al residence e durante il tragitto Giada e Lele erano convinti che Barbara Pina, Piero e il sottoscritto andassero in discoteca e noi, molto scherzosamente, abbiamo detto: “sì, si va allo Yab!” (un locale di Firenze). Abbiamo poi prontamente smentito per non creare paranoie, anche se loro due sono rimasti convinti! Arrivati in albergo a mezzanotte passata ci siamo preparati per il pigiama-party, abbiamo sfilato per i corridoi (vedere video su youtube) e siamo andati sempre in pigiama a trovare Maria, Marianne, Eliana ed Antonietta nel loro appartamento. Tornati nel nostro appartamentino eravamo pronti per dormire. Al mattino siamo andati a fare colazione in camera di Martina Panichi che era il punto di ritrovo, finita la colazione ci siamo recati, sempre con i nostri autisti, nel centro storico.
Parcheggiati i pulmini abbiamo camminato e camminato e camminato fra i palazzi e il lungarno per raggiungere Piazza della Signoria, dove abbiamo fatto foto e selfie. In quella piazza c’era anche il ristorante dove ci siamo fermati per pranzare, i camerieri sono stati molto disponibili e dopo aver perfino tolto le porte per far entrare le nostre carrozzine, si sono fatti le foto con i ragazzi. Dopo un bel pranzo e un altro bel selfie davanti al negozio di Via dei Calzaiuoli di Acqua dell’Elba, eravamo ormai giunti alla conclusione della nostra avventura fiorentina. Bene, il mio articolo volge al termine. Sì, più che un articolo è una cronaca, ma era doveroso da parte mia raccontare la mia esperienza, un’esperienza che non scorderò mai. Ringrazio le operatrici, gli autisti, la mamma e il nipote di Tamara, Marianne, le sorelle di Emanuele, i ragazzi che insieme a me hanno condiviso questa avventura, la mamma di Lisanna, che non sarà venuta ma ha fatto per noi dei muffin spettacolari, e voi, lettori, per avermi sopportato. Saluti e spero di non avervi “spallato”!

- Fabrizio -








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