martedì 27 gennaio 2015

l'arrivo di Babbo Natale

… e così è arrivato Babbo Natale con la sua cesta piena di buone cioccolate. I ragazzi, tranne Tamara - che è sempre spaventata dalla sua presenza -  l’hanno accolto con grandi abbracci e baci. Hanno scattato una foto ricordo con lui e la sua scorta di persone dedite al volontariato, promettendo che anche l’anno prossimo rinnoveremo gli auguri. Ci era giunta voce che quest’anno Babbo Natale non aveva intenzione di fare il consueto giro perché il suo abito di festa si era un po’ ristretto dai troppi lavaggi … ma i suoi amici dell’Avis hanno immediatamente provveduto a rifargli il guardaroba con un lussuoso vestito di velluto rosso! Lui, dopo la visita al nostro Centro, è volato via contento verso altre scuole ed altre strutture, speranzoso di aver portato anche quest’anno un po’ di gioia ed amore a tutti.  




 Babbo Natale non ci ha portato soltanto cioccolate. Quest’anno la generosità di altri amici si è manifestata in questo modo:
* Gli Amici del Porto di Marina di Campo ci hanno donato parte del ricavato della sagra del totano (500 €)
* Come ogni anno, atteso ma non scontato, il profumo di Acqua dell’Elba portato da Marco in occasione del nostro brindisi
* I club Lions e Rotary di Portoferraio hanno stanziato un importo destinato all’acquisto di una poltrona tipo “JOB” (come quella della nostra Michela) destinata al movimento sulle spiagge e anche sull’acqua di persone con difficoltà di deambulazione. 

Grazie a tutti di cuore!

giovedì 22 gennaio 2015

un brindisi speciale

Quando abbiamo iniziato a pensare alla festa di Natale eravamo perplesse. Sapete che a noi piace ogni volta stupirvi ed intrattenervi con delle novità, non perché siamo vanitose (o non solo) ma perché stimoli diversi ci danno l’opportunità di sperimentare le capacità nostre e dei nostri ospiti, di interessarli e coinvolgerli, di lavorare su nuove emozioni, di condividere obiettivi comuni. Non volevamo quindi riproporre uno spettacolo musicale né un pranzo in famiglia ma cercavamo qualcosa di nuovo e l’occasione ce l’ha fornita (come vi avevamo anticipato nel corso dell’ultimo incontro) la pro loco di Portoferraio chiedendoci di allestire non un presepe qualunque ma IL Presepe di Portoferraio. Non vi racconto la storia (ci sono altri articoli del giornalino e interviste TV per questo) ma voglio coinvolgervi nella grande soddisfazione che questo evento ha procurato a tutto il Centro. Ci siamo messi con entusiasmo “in vetrina” perché (io ne ero certa ancor prima che tutto avesse inizio) i ragazzi sono stati felici di far vedere tutte le cose che sanno fare e facevano a gara per partecipare alle aperture mattutine della sala espositiva. Il senso del nostro Presepe è stato capito ed apprezzato da tutti (c’era sempre gente davanti alla nostra vetrina), i sentimenti profondi, evocati dalla semplice suggestione di un pezzetto di legno, sono stati  compresi e condivisi non solo dalle famiglie intervenute alla festa ma da tutti coloro che ci hanno visitato e speriamo che, grazie alle nostre foto, arrivino anche a chi non ha potuto essere presente. Buon 2015 a tutti!







  











mercoledì 21 gennaio 2015

il Presepe Spiaggiato

Era da poco passato il Natale del 2013 quando, passeggiando sulla spiaggia delle Ghiaie, ho visto un albero spiaggiato, portato da una mareggiata. Sono rimasta ad osservarlo … era così bello! Se non fosse pesato una tonnellata l'avrei portato a casa. Dopo qualche giorno parlandone al Centro con Letizia nacque un'idea: il prossimo Natale avremmo potuto fare l'albero con uno di quelli portati dal mare. Da allora passarono diversi mesi ed arrivò l'estate. 


Un bel giorno, mentre eravamo con tutti i ragazzi sulla spiaggia per passare una bella giornata insieme, mi ritornò in mente il progetto dell'albero di Natale. Fu allora che mi misi a cercare un albero spiaggiato da trasformarlo in un originalissimo albero di Natale! Proprio durante questa ricerca, trovando moltissimi legni lavorati dal mare con delle forme molto belle ed originali, nacque un'altra idea: quella di realizzare un presepe, più vicino a noi, che rispecchiasse il nostro paesaggio, con le nostre colline, le nostre spiagge ed il nostro mare, utilizzando tutto  quello che veniva portato dal mare. 

lunedì 19 gennaio 2015

dal taccuino di Martina (quello di dicembre 2014)

Anche NoiAltri quest’anno abbiamo voluto partecipare all’iniziativa Svuota la Cantina. La mattina dell’8 dicembre presto, ho fatto una doccia calda, quasi a sapere che il freddo pungente della giornata potesse risultare più dolce. Ho fatto una bella colazione a casa e sono partita per Portoferraio dove il marito di Maria, Francesco detto Franco o viceversa, appena arrivate ci ha coccolato con caffè e paste all’Angolo Bar. Io, Pina e Maria abbiamo raggiunto così lo spazio a noi lasciato, proprio adiacente a quel bar. 



Il posto assegnatoci non era in una posizione con il sole in fronte o dove i muri dei palazzi avrebbero potuto riparare, no … era in un punto dove anche Lazzaro si sarebbe rifiutato di alzarsi dal freddo che c’era. Ma noi 4 (io, Pina, Maria e Lele) imperterriti fin dalla prima mattina abbiamo messo in moto i nostri muscoli per posizionare in maniera invitante tutti i prodotti fatti a mano con i nostri ragazzi. Poi Maria con il suo entusiasmo e, diciamolo pure, con la sua schiettezza, invitava la gente a comprare.




Via via le strade del centro storico  si sono riempite e arrivata l’ora di pranzo Andrea il marito di Pina, che faceva Svuota la Cantina per conto della famiglia Ulivelli, ci ha offerto i panini con la salsiccia, fatti da Mauro e Luca proprio a 2 passi da noi e l’odore del fumo grasso ci ha abbracciate per tutto il giorno … ma con le salsicce cosa si beve? Allora subentro io che compro una bottiglia di vino … io, astemia come sono in realtà, non mi disturba il “vinello” con quel freddo. Che fai? Il freddo, l’entusiasmo, e l’Angolo Bar a fianco fa tornare tutto! Arriva anche Piero che ci offre il caffè, caldo … i soldi raccattati con la vendita salgono di valore ad ogni sorsata di vino. Passa la giornata, ora il sole proprio non c’è più, oramai sono le 19 e 30, è buio, il vinello finito, puzziamo come 5 salsicce, anche Rosanna è venuta per un paio d’ore ed anche lei si è beccata l’odore di grasso cotto. È l’ora di tornare a casa. Noi a Svuota la Cantina la prossima volta ci risaremo. E anche il vinello.  



 




venerdì 16 gennaio 2015

il centro sommerso

Oggi, 5 dicembre, è iniziato a piovere e anche in modo copioso. È venerdì, io ed Emanuela ci salutiamo facendo trapelare un vago presagio nei nostri sguardi: “ok, ci vediamo lunedì.” Lunedì? No! Il presagio era giusto, ci siamo viste il giorno dopo, sabato 6. Quella mattina di buona lena mi sono svegliata presto per mettere a posto la legna, cioè dovevo metterla meglio perché il cattivo tempo avrebbe potuto bagnarla e io morire di freddo; ma mi arriva un sms da parte di Emanuela nel quale c’è scritto che il Centro è allagato. Allagato? Sì, cari lettori di noi-altri, la pioggia del venerdì, che per attimi si è trasformata in grandine, aveva agevolato l’allagamento del Centro. “Manu, bisogna che finisca il lavoro iniziato e arrivo.” Che palle! Si può dire in circostanze come queste, in cui un Centro che accoglie persone con varie difficoltà può con facilità allagarsi portando fango e centimetri di acqua ovunque … un Centro costruito con intelligenza, non c’è che dire. 

Insomma arrivo e trovo Maria ed Emanuela con Riccardo e Francesco, due “ragazzi” mandati in aiuto dalla Cisse, che spazzano o per lo meno con la scopa portano fuori acqua e fango che da una parte esce e dall’altra entra. Arriva anche Pina, che quella mattina era andata a farsi i capelli, e arriva con il bidone aspira-acqua che la grande Anna, sua mamma, le aveva fornito. Ri-arriva anche Rosanna, anche lei si è munita di un altro bidone (più grande) per aspirare liquidi. E vai, che con un po’ di organizzazione e qualche lavoratore in più, alla bene meglio buttiamo acqua e fango fuori. Nel frattempo riusciamo a contattare tutte le famiglie dei ragazzi per avvertire che saremo chiusi per qualche giorno per inagibilità. La nostra Maria “chi mi manca sei tu” - come dice la canzone - coinvolge per l’ennesima e non ultima volta suo marito Franco-Francesco o viceversa, che ci porta: pasta corta, sugo di pomodoro fatto in casa, insalata e pomodori. Maria recupera una bottiglia di vino avanzata dalla festa di primavera scorsa … e siccome al Centro il freddo era abbastanza, il vino ha contribuito a sentirne meno … ma io non l’ho bevuto. La caldaia è morta a causa di un corto circuito provocato dall’allagamento della cantina dove si trova. I tecnici della usl, intervenuti di prima mattina, avevano chiamato i pompieri, che sono arrivati solo ora, e sotto la pioggia, hanno aspirato il 1/2 metro di acqua. 

Sono quasi le 16, nel frattempo ri-inizia a piovere ancora più forte, l’orizzonte è nero e si sta avvicinando il temporale, così chiamo Emanuela e le dico che sono impaurita e voglio andare a casa, anche se dalla parte di Portoazzurro il cielo è ancora celeste. Per le strade i ciottoli e detriti portati dalla pioggia, fanno rallentare le macchine, che cautamente percorrono strade inusuali. Chiamo Emanuela per rassicurarla … sono arrivata a casa a tempo a tempo. Nel primissimo pomeriggio era arrivata anche Loredana che ha gustato con noi il pranzo di Maria, che non perde occasione per coccolarci. Mentre lascio le mie colleghe come detto prima, Emanuela è tornata al Centro, io mi dirigo a casa mia, ad accendere “el fuego della passion”, che ogni tanto è davvero una passione cercare di accendere la stufa a legna che non si accende … mi rinchiudo in casa con i miei cani, anche loro impauriti. Solo il venerdì successivo riusciremo a riaprire il Centro e tornare al lavoro. Complimenti vivissimi a chi ha avuto la brillante idea di fare una struttura come la nostra a piano terra, che si allaga ogni qual volta le piogge sono oltre le capacità di assorbimento del terreno.




giovedì 15 gennaio 2015

tornando sulle "gare"

Nello scorso numero del giornalino abbiamo parlato di un gara per l’affidamento del servizio domiciliare di Portoferraio e l’argomento “gara” era stato affrontato anche nella riunione con le famiglie del novembre scorso perciò vorrei approfondire un po’ l’argomento. Lo scopo di questa procedura è trovare chi fornisce il servizio migliore al prezzo più conveniente, perciò il risultato non può mai essere scontato e non si può sapere prima chi vincerà. Quello che posso garantire però è la cura e l’impegno che gli uffici della nostra cooperativa mettono ogni volta. Prima di tutto in una gara la fortuna non c’entra per niente, non è come vincere al gratta e vinci, si può piuttosto paragonare ad una medaglia olimpica: dietro c’è tanto impegno, una squadra compatta e lavoro, lavoro e lavoro. Il progetto non è astratto e generico ma è costruito intorno al servizio, Laura Periccioli esamina e sviscera ogni aspetto; dalla presa in carico in avanti, vengono descritte le attività svolte, ogni prestazione è delineata nel dettaglio, ad ogni ruolo è assegnato un piano di lavoro preciso. Vengono stabilite le modalità di controllo e verifica, descritti i singoli documenti utilizzati per monitorare il raggiungimento degli obiettivi, esaminati i legami con il territorio, definito un piano formativo per gli operatori. Niente è lasciato al caso o indefinito: le ore, i laboratori, le verifiche ogni aspetto è analizzato minuziosamente.  Come abbiamo spiegato nel corso della riunione, la valutazione del progetto contribuisce in modo significativo all’aggiudicazione del servizio, per circa il 60%, il restante 40 è dato dall’offerta economica. Ma oltre al progetto e al prezzo il bando richiede tutta una serie di documenti e il loro valore è, se possibile, ancora maggiore perché la mancanza di qualche elemento può pregiudicare l’ammissione stessa, insomma può voler dire non poter nemmeno partecipare. Io mi sono trovata a volte a passare per caso dagli uffici dove la documentazione veniva preparata e vi assicuro che non lavorano in modo scrupoloso ma addirittura maniacale, ad occhi profani può sembrare esagerato ma l’aderenza ad ogni dettaglio è d’obbligo. Non c’è una persona sola ma la gara viene sempre chiusa in compresenza, spesso con Marusca Bibolotti, la segretaria di presidenza. Neppure la “semplice” consegna è casuale, a questa fase a volte ho anche partecipato personalmente. Il plico passa solo da mani “Di Vittorio” non viene mai affidato alla posta o a corrieri, né ad altre persone non appartenenti alla cooperativa. Ci veniamo incontro, magari facendo un po’ di strada ciascuno, e quando sono sulla nave con il mio bustone non vado nemmeno a fare la pipì, chiamo Laura o Marusca appena sono a casa e non lo lascio mai in macchina. Se la consegna deve essere fatta tramite posta vado a pagare la raccomandata ma la consegno sempre di persona. Visivamente il plico ha l’aspetto di una scatola o di un bustone giallo con la ceralacca rossa che spicca, ma per ciascuno di noi ha i volti di coloro che rappresenta. Per me ha le facce degli utenti e degli operatori “a rischio”, perché loro resterebbero legati al servizio senza di me, per gli uffici della cooperativa sono sicura che ha la faccia mia, di Lucia e dei soci visti, anche se sporadicamente, ad assemblee ed incontri. Per questo ci mettono tutto l’impegno possibile, la mancata aggiudicazione di un servizio - soprattutto se già nostro - è una sconfitta grave per tutti, professionale, personale ed emotiva, è una perdita nel vero senso della parola, economica ma soprattutto di rapporti con persone che da quel giorno non saranno più colleghi. Insomma non posso rassicurarvi dicendo che la Di Vittorio vincerà di sicuro, ma posso garantire che ci metteremo tutto l’impegno e che abbiamo la voglia e la capacità per farlo!


mercoledì 14 gennaio 2015

dicembre 2014

Alla fine ce l’abbiamo fatta, dicembre è passato. A me è sembrato un mese infinito. Sono successe talmente tante cose per il Centro, che mi pare impossibile che siano accadute tutte in un solo mese. Sicuramente il “grosso” è rappresentato dal Presepe Spiaggiato e tutti i suoi annessi e connessi, cioè: avevamo un progetto, una stanza piena di legnetti, spugne, alghe secche, sassi grandi e piccoli, pastori e casette che stavano prendendo forma ma, ahimé, ancora non avevamo un posto dove esporlo. Ma più che altro avevamo un’operatrice geniale in tilt e questa operatrice geniale era Maria, che aveva curato e pensato tutto nei minimi dettagli ma nessuno le voleva dare queste benedette chiavi della stanza che ci era stata promessa per aprire al pubblico l’8 dicembre. È stata dura e tortuosa, ma quello che importa è che alla fine, la stanza è arrivata, anzi, una “signora stanza” dove poter esporre il nostro favoloso presepe e dove poter ricevere famiglie e amici per un brindisi augurale. In realtà la stanza che doveva essere destinata a tutto questo era un’altra, ma per alcuni problemi indipendenti sia dalla nostra volontà che da quella della pro loco di Portoferraio, non è stato possibile averla. Ma a questo punto poco importa. La nostra cara Maria ha dovuto comunque prodigarsi un bel po’ ed affrontare un fine settimana molto intenso con quel pover’uomo di suo marito, per allestire il nostro capolavoro e alla fine il risultato è senza ombra di dubbio eccellente. Ma non c’è stato solo il Presepe con tutti i suoi problemucci; c’è stata una bella grandinata che ha provocato un po’ di buchi nel soffitto di policarbonato della sala mensa (che è stato riparato immediatamente) e l’allagamento conseguente a quel nubifragio, che ha provocato danni all’impianto elettrico del locale caldaia costringendoci a starcene a casa per qualche giorno. E meno male che qualcuna delle mie colleghe è stata previdente mettendo al sicuro le scatole contenenti sia gli oggetti da vendere a Svuota la Cantina sia i vari pezzi del presepe. Ci sono stati poi tutti i preparativi per il Natale, il brindisi, operatrici in ferie e così via. Insomma, un mese che sembravano almeno due! 
Approfitto di questo “luogo” per ringraziare i nostri amici della Cisse che ci hanno messo a disposizione tanti oggetti realizzati nel loro laboratorio di ceramica che abbiamo potuto vendere nei nostri banchetti e che hanno contribuito a farci racimolare un bel gruzzolo! Ma per concludere in bellezza … ecco a voi Nicole, la meravigliosa creatura di Simona e Luigi nata poco prima di mezzanotte del 31 dicembre. I nostri più cari auguri a lei, ai suoi genitori e alla super zia Rita e alla super nonna Ivana!
Barbara

 ecco i compleanni del mese:

4 dicembre
Barbara
ha festeggiato il suo onomastico
al Centro

7 dicembre
Tamara
39

27 dicembre
Alberto
31
  e poi ...


lunedì 12 gennaio 2015

sottobosco di pollo

Ecco che è arrivato anche il mio turno di presentare la ricetta che ho proposto quest’anno insieme al mio gruppetto per il Pranzo di Primavera. Si tratta di un piatto che faccio sempre volentieri ma che ho voluto rendere un po’ più a tema con la festa arricchendolo con un coperchio di pasta sfoglia. Ecco qui all’incirca le proporzioni per ogni petto di pollo:


¨ Una busta di funghi misti surgelati (ovviamente si possono usare anche quelli freschi)
¨ Un petto di pollo, appunto
¨ Uno spicchio d’aglio schiacciato
¨ Prezzemolo
¨ Salvia e origano freschi
¨ Una tazza di farina
¨ In bicchiere di vino bianco
¨ Olio e burro qb
¨ Un dado ai funghi o come si preferisce
¨ Un disco di pasta sfoglia
¨ Uovo per spennellare

Noi abbiamo proceduto in questo modo: abbiamo fatto il pollo a bocconcini, poi lo abbiamo infarinato e messo in padella a rosolare con un pezzetto di burro e un po’ d’olio d’oliva extravergine insieme all’aglio schiacciato e gli aromi. Abbiamo sfumato con il vino e lasciato evaporare, dopodiché abbiamo aggiunto i funghi precedentemente scongelati e lasciato cuocere il tutto per una mezzoretta aggiungendo via via brodo caldo e prezzemolo tritato alla fine. Per fare il coperchio di sfoglia invece abbiamo preso una pirofila ovale, l’abbiamo capovolta e rivestita con la sfoglia insieme alla sua carta da forno. Abbiamo spennellato la superficie con l’uovo e messo in forno caldo fino a che è diventata bella dorata. Una volta raffreddato il coperchio di sfoglia lo abbiamo tolto dalla pirofila, dove abbiamo messo il pollo caldo e ricoperto il tutto nuovamente con la sfoglia.  


venerdì 2 gennaio 2015

dal taccuino di Martina (quello di novembre 2014)

Mi ricordo che la prima volta che la vidi, me la trovai davanti, e mi ricordo che aveva un cappello nero, che le raccoglieva i capelli impedendomi di vedere. E fu quella volta che quando 2 persone si trovano sulla medesima traiettoria, dove gli occhi si incrociano, ed entrambe avevamo al posto degli occhi due punti interrogativi … “chi è questa che è entrata?” E credo che da parte sua ci fosse la domanda: “chi è questa che mi scruta?” e in uno spazio veramente ampio, tutte e due andavamo nella medesima direzione impedendo all’altra di passare … il tutto in un tempo davvero limitato … sì dai, quelle circostanze che c’è imbarazzo,  ma anche azioni che fanno sorridere. Poi mi ricordo che andò dalla capa Veludo e per un po’ non la vidi più. Nelle riunioni settimanali Emanuela ci spiegò delle novità inerenti al servizio civile. Fra l’altro ero appena rientrata dalle ferie, quindi 10 giorni me li ero persi (anche felicemente). Poi mi ricordo che con il suo arrivo, la brezza della gioia di vivere che le scorre nel sangue e la sua giovane età alimentavano in noi operatori del Centro una sorta di “che fai? Non prendere iniziative senza averci consultato!” così che un anno è passato insieme alla sua allegria, alla sua originalità, alla sua sprecisione, al suo blabla, ora lento e malinconico, ora troppo veloce come un treno in ritardassimo ma felice di portare passeggeri in chissà quale luogo. I suoi denti bianchi - caratteristica quasi peculiare degli africani - hanno spesso fatto vedere il suo bianco circondato da un sorriso. L’abbiamo massacrata quando arrivava a pranzo con quei troiai comprati (tipo il saikebon): “e mangia la pasta sana!” come l’abbiamo massacrata quando doveva studiare per passare alla classe successiva … ma evidentemente i nostri massacri hanno funzionato. Per la patente è chiaro che non siamo state così cattive: bocciata! Giada, in italiano, Noujoud Noui nel mondo reale, sei stata una bella presenza. Grazie.


la foto qui sopra Pina se l'è trovata da un
giorno all'altro come sfondo del desktop
sul pc del laboratorio di computer!