lunedì 29 dicembre 2014

ferie forzate

Non vorrei tornare a parlare della riunione con le famiglie e Lucia del 21 novembre, ma vorrei dire ancora 2 parole sul problema delle chiusure perché forse in questi due anni non siamo stati abbastanza chiari. Nel 2012 l’usl è stata costretta a ridurre le giornate di apertura del centro a causa di tagli a sua volta subiti dai finanziamenti regionali. Un po’ come una massaia che normalmente spende 12 euro dal verduriere ma che una mattina, aprendo il portafoglio, vede che di euro ne ha solo 10. Deve dire al negoziante di togliere qualche peperone e sa che non potrà mettere in tavola la cena che prepara abitualmente ma una più scarsa, sa che i commensali si lamenteranno, ma deve fare i conti con quello che ha. Così l’ente ha dovuto dire alla Di Vittorio: “noi più di questo non possiamo spendere” e la Di Vittorio ha dovuto rispondere: “se questa è la cifra più di questi servizi non possiamo garantire”. Certo la Di Vittorio non ha alcun interesse a diminuire il fatturato, anzi questa è una vera sciagura che rende più difficile far quadrare i conti: l’affidamento comprende una serie di servizi che sono stati tutti diminuiti, anche in percentuale più consistente, creando non poche difficoltà economiche ed organizzative. Né hanno avuto alcun interesse gli operatori, anzi al contrario! Ogni lavoratore del settore delle cooperative socio assistenziali ed educative ha diritto a 30 giorni di ferie. Fino al 2012 ciascuno poteva scegliere i periodi più o meno a suo piacimento, certo doveva risultare un piano ferie che potesse garantire un’assunzione di copertura (ricorderete Alessio, Sonia, Natascia ecc), ora invece i giorni liberi sono solo 10 per ciascuno e sono spesso legati a date obbligate (visite mediche di familiari, periodi liberi del compagno, impegni dei figli ...) In queste occasioni la Di Vittorio deve provvedere alle sostituzioni allungando l’orario dei colleghi o con altri operatori (per es. Patrizia, Chiara, Mariacira) ma evidentemente il riposo di chi lavora è garantito dalle chiusure del Centro. Abbiamo subito escluso la chiusura per l’intero mese di Agosto (che è praticata in altre zone della Toscana) e nel 2013 ci siamo collegate ai calendari scolastici. Quest’ anno abbiamo ulteriormente frazionato i periodi ma l’esperienza non è stata positiva né per gli operatori, che non hanno potuto “staccare” veramente, né per gli utenti che ci sono sembrati turbati nello stesso modo dell’anno precedente. 
Inoltre, siccome nessuno viene pagato per non lavorare, nel 2014 siamo stati costretti a perdere altri due giorni di lavoro a causa del maltempo, quindi ci è sembrato opportuno lasciare per la fine dell’anno alcuni giorni di prevista chiusura da scalare (e quindi per aprire) se sorgessero nel 2015 dei problemi di allerta meteo o di danni alla struttura. Insomma, come nella famiglia di quella massaia, nessuno ha vantaggi: il verduriere vende meno col rischio di dover chiudere, la casalinga è dispiaciuta e i familiari affamati! Vi chiedo di valutare con attenzione la nostra proposta per il 2015, che nasce da tutte queste valutazioni, e che potremo eventualmente ridiscutere prima dell’aprile del prossimo anno.

 

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