martedì 22 luglio 2014

gemellaggio tra amici

Il 27 giugno abbiamo fatto un gemellaggio con il centro San Gaetano di Livorno gestito, come vi ricorderete, dalla nostra stessa cooperativa. Il 16 aprile eravamo andati Noialtri a Livorno dall’Elba, e il 27 sono venuti “Loro-altri di Noi-altri” a trovarci. Eravamo un pochino allarmati dal tempo che prometteva nuvole e rispettava la promessa di pioggia; bella la poesia La pioggia nel pineto di D’Annunzio, ma quel giorno a noi della pioggia non interessava affatto, anche perché, volendo fare gli onori di casa a regola d’arte, il nostro obiettivo era che tutti potessero stare bene, ma l’idea  di fare un pic-nic sembrava fino all’ultimo da scartare. Fino al giorno precedente era caduta anche la grandine ma fortunatamente la mattina del gemellaggio c’era il sole. 
Al Centro, nell’attesa degli ospiti, era tutto un formicaio, dove gli operatori controllavano ogni minuziosa cosa da portare fuori per la gita. “Sono arrivati i livornesi!” Ecco che infatti, verso le 11, due pulmini della Di Vittorio e un furgone privato, arrivano felicemente davanti al nostro magnifico orto - che non perdiamo l’occasione di valorizzare donando ai nostri amici un cesto colmo di primizie. Dopo un attimo di rifocillamento degli ospiti d’oltreTirreno si parte, con destinazione Portoazzurro. Siamo colmi di tecnologie: macchina fotografica e telecamera, ma soprattutto portiamo con ognuno di noi un bagaglio d’amore che si interseca con quello degli altri; un groviglio di filo invisibile e potente ci tiene uniti!




Facciamo un po’ i turisti per il paese e poi ci dirigiamo verso la pineta di Lacona, la nostra pineta: oramai ogni albero ci riconosce ed è lieto di farci ombra. È come se fosse a conoscenza delle nostre programmazioni, perché il nostro spazio - e vi assicuro che eravamo una bandaccia ampia e rumorosa - ce l’abbiamo. E vai con il movimento mascellare, la panzanella e la frittata hanno allietato il nostro olfatto e la nostra vista, nonché la pancia! Le cuoche che dobbiamo ringraziare sono Anna e Maria che sono state aiutate preziosamente da mitiche collaboratrici come Lisanna, Barbara, Siria, e qualche altro che ha aiutato in maniera diversa: “Controlla se abbiamo preso l’acqua!” “Siiiiiiiiiii!” “… E le sedie?” “Siiiiiiiiiiiiiiii!” “E te, Martina Panichi, hai portato i tavoli?” “No, me ne sono dimenticata” … ma ci siamo arrangiati e abbiamo mangiato comunque. 
Maria aveva preparato anche una crostata, anzi due, perché sa quanto siamo affamati. Finita la ginnastica mascellare i ragazzi di Livorno ci hanno mostrato una piccola esibizione per ricambiarci della nostra di aprile. Bambini con genitori facevano capolino da dietro gli alti pini, nostri complici, che li rassicuravano che potevano avvicinarsi senza timore ad ascoltare i nostri voi-altri di noi-altri a battere le mani con la canzoncina Africa. Poi Sergio, il cantante non vedente di Livorno, fa ascoltare la sua voce a tutti i presenti, e il “rumore” del silenzio è amplificato dall’attenzione anche degli altri avventori della pineta. Applausi su applausi ci ricordano che lo schioccare dei palmi delle mani sono come un ticchettio dell’orologio; è tempo di andare “ognuno alle proprie case”. Arricchiti d’amore di un filo invisibile, che solo chi ha gli occhi nelle mani come Sergio, o come Luca, che ride alle voci che lo tranquillizzano, lo possono capire.



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