lunedì 14 aprile 2014

che vinca il migliore ...

L’appuntamento è fissato per il 27 marzo e l’argomento è molto succulento: si tratta di presentare alle famiglie dei nostri ospiti la Carta dei Servizi che in poche parole è un documento, fatto dalla Cooperativa, dove viene messo nero su bianco quali siano i diritti delle persone che usufruiscono del Centro e i percorsi per poterne usufruire al meglio. All’incontro erano state invitate tutte le famiglie, la nostra assistente sociale di riferimento Anna Garfagnini, Lucia Valenti e Antonella Garganese della Di Vittorio. Durante i giorni precedenti l’incontro avevamo spiegato ai ragazzi che le famiglie sarebbero venute non per un’occasione di festa come facciamo di solito, ma era un appuntamento “serio” e che serviva per consegnare: “quei librettini che avevamo stampato e imbustato insieme” e avevamo fatto tutte le raccomandazioni del caso che ci venissero incontro con un po’ di pazienza e comprensione: “insomma bimbi, dovete sta’ boni …” Il lunedì precedente arriva la prima brutta notizia. Lucia non può venire, non sta affatto bene. Come? Non può venire? Lucia, sempre al nostro fianco, sempre pronta a sostenerci, ci toccherà fare senza di lei, mah … meno male che almeno ci sarà Antonella. Ma il giorno prima dell’appuntamento anche lei ci comunica dispiaciuta di essere stata travolta e stravolta dall’influenza e proprio è impossibilitata ad essere con noi. Pazienza, decidiamo di non rimandare perché siamo troppo a ridosso.
Il 27 mattina, le famiglie iniziano ad arrivare con una mezzoretta d’anticipo. Ci trovano impegnati nelle varie attività che cerchiamo di portare avanti anche se la presenza dei familiari porta ovviamente una ventata di eccitazione nei ragazzi che fanno gli onori di casa. In attesa dell’arrivo di Anna ci prendiamo un caffè. Osservo incuriosita la bella aria di confidenza che regna nel Centro. I familiari parlano fra loro amichevolmente, si sono formati un po’ di gruppetti, sembra proprio di essere in piazza! Anna arriva e le lasciamo giusto il tempo per prendere un caffè e poi bando alle ciance, sarà meglio cominciare. L’incontro viene aperto proprio da lei che, a conoscenza del fatto che ci sono un po' di lamentele a causa dei periodi di chiusura al Centro decide di partire proprio da quell'argomento. 


La "discussione" che ne segue è molto animata. Il problema è presto esposto. I nostri ragazzi vogliono venire al Centro tutti i giorni. Tenerli a casa una settimana di seguito è per loro negativo e la negatività si riflette ovviamente sulle famiglie che, in modi nemmeno tanto velati ci fanno una serie di elogi e sviolinature che ci fanno un sacco piacere e ci gonfiano di soddisfazione. Anna ricorda poi che siamo in regime di proroga come gestione del Centro. Cosa? Alcuni familiari insorgono allarmati dall'idea che qualcun'altro possa subentrare alle attuali maestre, ma l'assistente sociale tranquillizza tutti dicendo che la continuità degli operatori per i ragazzi viene garantita ma che anche lei si augura con tutto il cuore che la Di Vittorio continui ancora a lungo a gestire il Centro. Le chiacchiere comunque vanno avanti per un'ora e mezzo abbondante, peccato che ancora non si sia parlato del vero motivo per cui erano state convocate le famiglie, cioè la Carta dei Servizi. Emanuela, poveraccia, si limita a dire sul documento giusto due parole messe in croce e passa poi a illustrare altrettanto brevemente i progetti che abbiamo in programma nell'immediato futuro. 

Mentre parliamo la mia mente torna invece a pensare alla prossima gara d'appalto e alle parole di Anna: "se dovesse vincere un'altra cooperativa per i ragazzi non cambierebbe niente". Ecco. Non so. Non ho certo paura di perdere il posto di lavoro in quel caso. Ma in "quel caso" alle mie spalle non ci sarebbe più quel gruppo di persone che conosce, dopo 19 anni ormai, tutto l'ambaradan-Centro, e che conosce nei minimi dettagli ragazzi, familiari, operatori, assistenti sociali e terapisti, che legittima, appoggia o aggiusta il tiro insieme a noi, che, insomma, è il Centro per e con noi. Dico con certezza che con un'altra cooperativa non sarebbe la stessa cosa e con altrettanta certezza credo che Anna la pensi come me. Incrociamo le dita, gente, facciamo il tifo per la Di Vittorio e speriamo che vinca il migliore, cioè ... NOI! 






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