mercoledì 16 ottobre 2013

per 2 fette di salame

Giornata di sole, mare e di una bella pizzata in un meraviglioso ed aspettato lunedì. Questo è proprio quello che speravo! Ora vi spiego. Dovete sapere che un giorno di luglio, non sto a dirvi quando, mio marito Felice mi dice: “dato che non so se per il tuo compleanno ci sarò, oggi ti voglio portare a mangiare quello che a te piace tanto” e cioè il calzone napoletano. Detto fatto. Mi porta in una pizzeria a Campo, precisamente “la Rustica” dove c’ero stata già con mia sorella qualche anno fa ma avevamo mangiato tutt’altro. Ebbene, qui dopo anni che lo faccio per me, mio marito e per alcuni ospiti a casa, rimangiato il vero calzone napoletano, cotto però nel forno a legna. Che dirvi … era divino! Subito mi sono sentita allegra e mi sono ritornati in mente i bei tempi spensierati dei miei 17-18 anni, quando io e Felice passavamo il sabato o la domenica in qualche casa a ballare, dove lui mi corteggiava, sempre in mezzo alle sue sorelle ma anche in compagnia di altri disgraziati, come amava definirli mia madre. La cosa più bella è che alla fine noi due correvamo in pizzeria a mangiare un bel calzone. Alla “Rustica” ho rimangiato, assaporato, ricordato. Il calzone era stato preparato da un pizzaiolo napoletano originario di Portici, il mio paese. Sarà stata suggestione? A me quel calzone è piaciuto, infatti sono andata dalle mie colleghe ed ho detto: “ho mangiato il vero calzone ed ho piacere che lo mangiate anche voi. Perché non organizziamo una bella uscita con i ragazzi?” Coinvolgo Felice e lo faccio andare a parlare di persona con il gestore. Concorda il prezzo, l’ora ecc. Tutto bene, tutto a posto. La mattina quindi abbiamo portato i ragazzi al mare e poi, come voleva il copione, tutti a pranzo. Appena arrivati in pizzeria mi sono arrabbiata perché Felice aveva detto loro che avevamo tre carrozzine di cui una a motore, ma loro non l’avevano evidentemente ascoltato, perché sono proprio caduti dalle nuvole. Dentro non potevamo stare e fuori non c’era posto per tutti; così alla fine siamo stati un po’ dentro ed un po’ fuori. Comunque, ordiniamo. Faccio presente che eravamo lì per il calzone ed il cameriere mi dice che non aveva comprato la ricotta e che potevano farlo con il prosciutto, funghi e mozzarella. Riesco comunque a fargli capire che ci eravamo mossi da Portoferraio proprio per quello. Lui mi congeda dicendomi: “vedrò cosa posso fare”. Arriva il primo calzone. Non era napoletano. Chiamo il gestore e gli faccio presente la cosa, non ottengo risposta. Al secondo lo richiamo e gli faccio presente gli accordi presi con Felice. Sapete la risposta qual è stata? “Signora, ma lei cosa vuole? La ricotta ce l’ho messa, la mozzarella idem ed il prosciutto lo stesso … le manca forse il salame? Se aspetta gliene porto un paio di fette da mettere sopra. Lei è proprio acida!” Non vi dico, io avevo fatto di tutto per mettere su questa giornata e questo mi smonta tutto con 2 fette di salame? Ebbene, il Vesuvio che c’è in me è scoppiato, non vedevo più niente, intorno a me solo cenere e lapilli! Se fosse dipeso da me sarebbe arrivata la forza pubblica perché non gli avrei dato un euro, ma la mia coordinatrice ha raccolto i soldi ed è andata a pagare. Così, sconfitta e rammaricata, mi sono avviata verso il viale pedonale. Il mio prelibato calzone? Mi ha portato acidità per tutta la serata. Proprio a me doveva capitare? Una volta che prendo una bella iniziativa vengo abbattuta da 2 fette di salame? Non se ne parla proprio! A questa gestione dico solo che il cliente va preso per la gola ma nel senso buono della parola e che non gli farò più una bella pubblicità! Parola di


Annalisa Ferrara! 

Ci fa piacere precisare che tutti noi, non avendo il carico di emozioni 
e le aspettative di Anna, siamo stati proprio bene e sia le pizze che i calzoni 
ci sono piaciuti tanto, anche senza le 2 fette di salame! 
Barbara


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