mercoledì 25 settembre 2013

fantasia di antipasti della Veludo

tratto da cose di casa del duca di aprile 2010

Salatini affumicati
(Ingredienti per 100 salatini) 

  • 40 g. di lievito di birra
  • 250 g. di latte
  • 500 g. di farina
  • 200 g. di ricotta
  • 100 g. di provola affumicata grattugiata
  • 150 g. di burro
  • 150 g. di margarina
  • 2 tuorli
  • 150 g. di pancetta affumicata tritata
  • sale e pepe q.b.
  • 50 g. di panna e 1 cucchiaio di succo di limone per spennellare.
Sciogliere il lievito nel latte tiepido, unire tutti gli ingredienti e impastare. Aggiungere un po’ di farina e lasciare lievitare per mezzora. Stendere la pasta in una sfoglia alta 2 cm. e ritagliare dei quadrati. Spennellare con la panna acidulata con il succo di limone. Cuocere in forno a 180° fino a che i salatini saranno dorati. Servire tiepidi o freddi.


Cantuccini con olive verdi e pinoli 
(Ingredienti per 50 cantuccini) 

  • 80 g. di pinoli
  • 250 g. di farina
  • 1 cucchiaino di lievito per torte salate
  • 1 cucchiaio di semi di finocchio
  • 3 cucchiai di parmigiano grattugiato
  • 100 g. di olive verdi snocciolate
  • 3 uova
  • 1 cucchiaino di sale
  • mezzo cucchiaino di pepe nero. 
Scaldare il forno a 180° e far tostare i pinoli sulla placca del forno finché appaiono croccanti e dorati. Lasciar raffreddare. Setacciare la farina con il lievito e il sale in una terrina, aggiungere il pepe, i semi di finocchio, il parmigiano, le olive tritate e le uova e mescolare prima con una forchetta poi con le mani. Dividete l’impasto in 4 panetti spessi 3 cm. e lunghi 30 cm. Sistemarli sulla placca del forno infarinata e cuocere per 25 minuti circa. Lasciarli raffreddare appena e tagliarli a fettine di 1 cm. e disporle nuovamente sulla teglia. Lasciar asciugare in forno per 15 minuti. 



martedì 24 settembre 2013

Una pallina tira l’altra

tratto da Cose di Casa del Duca di febbraio 2010

Sono le 13.30 e abbiamo appena finito di mangiare. Ci siamo lavati i denti e abbiamo già ordinato il pranzo per il giorno dopo. Di solito, nei pomeriggi liberi dall’attività, ognuno al Centro prende la propria strada: chi va a guardare la televisione, chi si sdraia sul divano, chi si mette a giocare o ad ascoltare la musica al computer, chi sfoglia svogliato un giornale, chi sonnecchia da qualche parte. Ma oggi è lunedì e tutti (o quasi) stanno aspettando “lei”. Si chiama Patrizia ed è una ragazza così simpatica e solare che ha conquistato tutti. Arriva con le sue scatoline piene di palline colorate, di vetro, di plastica, di legno, ma anche di vera pietra: ematite, giada, turchese, agata. Ci prepara gli strumenti del mestiere: filo elastico, filo di cotone, filo di rame che useremo per infilzare le palline. Mentre ci prepara il lavoro, ci fa parlare, ci racconta di sé appagando la curiosità delle ospiti più pettegole. Creare bracciali e collane ci piace, e anche parecchio, e siccome al momento Patrizia ha dovuto lasciarci per motivi personali, abbiamo deciso di continuare lo stesso la sua attività: con i materiali e gli strumenti che ci ha lasciato, ma soprattutto con la passione che ci ha trasmesso. Ed ora eccoci qui, ad infilzare una pallina dietro l’altra, e mentre infilziamo ci raccontiamo, scherziamo, ci prendiamo in giro. Siete curiosi di vedere le nostre creazioni? Dovrete aspettare con pazienza ...



lunedì 23 settembre 2013

dal taccuino di Martina

tratto da Cose di Casa del Duca di febbraio 2010

Dovevo pur trovare un argomento da inserire nel giornalino nello spazio dedicato al mio “taccuino”, pensa di qua e pensa di la, guardati intorno e vedrai che qualcosa salta fuori. L’unico argomento che mi veniva in mente era quello del tempo, di questo periodo un po’ strano, caratterizzato dall'alternanza di briciole di sole a pioggia insistente, accompagnato da qualche folata di vento, che ha preso alla testa veramente tutto il genere umano! In questi giorni alla televisione gli argomenti che purtroppo completano i telegiornali in maniera drastica sono meteorologici, con conseguenze catastrofiche. Non ho avuto bisogno di riflettere oltremodo, perché anche se in modo molto meno violento rispetto alle storie estremamente drammatiche di questi ultimi tempi, ci ha pensato davvero la meteorologia ad aiutarmi a buttare giù l'argomento. Ebbene sì, anche se per un nano-secondo, senza conseguenze funeste, il nostro momento di terrore l'abbiamo vissuto anche noi del Centro. 
Venerdì 19 febbraio intorno all'ora di pranzo, forse tra la pastasciutta al sugo e la fettina di carne, una parte di tetto del nostro Centro è volato via. Detto così sembra una cosa da nulla. Ricapitoliamo un attimino: fin dalla mattina e già da qualche giorno addietro, il tempo non prometteva sole, ma solo vento e le nuvole creavano balletti artistici, pioggia e malumore generalizzato. Fatto sta che eravamo tutti in sala mensa, e ad un certo punto abbiamo sentito un rumore di vento familiare ma con un ampiezza nuova e qui possiamo dire che i decibel avevano la meglio. Ci siamo diretti nel salone e due pannelli del tetto erano stati letteralmente estirpati dalla loro posizione. Avevamo un buco sul tetto che ci facilitava la visione e ci metteva in contatto con il cielo, ma nello stesso tempo favoriva l'entrata dall'esterno della pioggia! Abbiamo pertanto chiuso per due giorni per facilitare il ripristino del tetto... Ora tutto è ritornato com’era: non abbiamo più il nostro tetto uniforme, ma alzando gli occhi notiamo due strisce bianche che appaiono sì come uno spregio, ma almeno la pioggia e il vento non entrano dall'alto!



posso fare una domanda?

tratto da più numeri di Cose di Casa del Duca, da gennaio ad aprile 2010 e "curato" da Nila ed Annalisa



È lunedì mattina e comincia una nuova settimana. Fra poco arriveranno i nostri ragazzi: chi racconterà che cosa ha mangiato, chi chiederà che cosa faremo di attività. Durante la colazione mille discorsi, mille parole verranno spese di fronte ad una tazza di buon tè ed una fetta di squisito dolce. Come nelle migliori famiglie la vita riprenderà il suo scorrere normale. Ma vogliamo ascoltare dai diretti interessati quello che pensano di questo Centro, di questa “porzione di famiglia” (come possiamo definirci). Abbiamo quindi posto delle domande dirette; le risposte sono state opportunamente lette, interpretate e rielaborate: in certi casi possono sembrare scontate, in altri ci hanno dato anche indicazioni per organizzare al meglio la nostra attività.

NILA: parlami di come ti trovi al Centro, che cosa fai e se hai qualche desiderio.

giovedì 19 settembre 2013

insalata dell'amica moldava

Anche questa ricetta nasce per la festa di Primavera. Non avendo mai preparato un’insalata russa, ho chiesto alla mia amica moldava di aiutarmi. Lei è stata molto gentile e mi ha “svelato” la ricetta originale, quella della sua nonna, che adesso vi propongo: questi sono gli ingredienti per 10 persone:

¨ 5 uova
¨ 5 carote
¨ 5 patate
¨ 3 cetrioli freschi
¨ 1 cipolla fresca
¨ 4 wurstel
¨ 250 gr piselli surgelati
¨ 1 vaso grande di maionese
¨ 1 tubo di maionese

Tagliare in piccoli pezzi carote e patate e lessarle separatamente per alcuni minuti, devono rimanere “al dente”. (lasciare cruda mezza carota). Tagliare a piccoli pezzi la cipolla. Tagliare a fettine i cetrioli e lasciare un po’ di fettine a parte per la decorazione.  Lessare i piselli, versarli ancora surgelati nell’acqua bollente e farli bollire per pochi minuti. Tagliare i wurstel in piccoli pezzi. Lessare le uova, di cui quattro tagliarle a pezzetti ed una a fettine sottile e lasciarle da parte per la decorazione. Amalgamare il tutto con la maionese e versare l’impasto in una pirofila (possibilmente di vetro) fino all’orlo, schiacciandola bene e pareggiandola il più possibile. Tagliare a fettine la mezza carota e con le fettine di cetriolo, il tubo di maionese e le fettine di uovo, decorare l’insalata con la propria fantasia. Metterla in frigorifero per almeno 5/6 ore e … buon appetito!




è quasi Natale

Come forse vi avranno detto i vostri figli, io non sono rientrata dalle ferie lunedì 19 come tutti gli altri operatori, ma ho prolungato di qualche giorno. Non l’avessi mai fatto! Al mio rientro ho dovuto constatare con amarezza che la mia presenza in questo centro è del tutto superflua. Ho telefonato per sentire se c’era qualche problema, munita di carta e penna, pronta ad un lungo elenco di cose a cui provvedere ma la laconica risposta è stata: “non preoccuparti, tutto ok, goditi le ferie”. Poi qualcuno ha già organizzato nei dettagli le gite di settembre, con tanto di telefonate nei posti dove ci dovremo recare, sopralluogo per l’agibilità delle carrozze ecc. ecc. Pensate che mi potrei offendere? Ma nemmeno per scherzo: tutto è stato fatto con la massima considerazione della mia approvazione, presentandolo solo come proposta da valutare, insomma proprio come deve essere fatto. Ma non è finita qui, anzi il peggio ve lo devo ancora raccontare. Rientrando ho sentito subito parlare dei lavori da fare in preparazione delle festività invernali, ho trovato progetti, prototipi, valutazioni di costi e fattibilità per albero, addobbi e così via. Certo non vi posso svelare i particolari che cercheremo di tenere segreti il più a lungo possibile ma qui al centro, nonostante accendiamo ancora l’aria condizionata, è quasi Natale!




lunedì 16 settembre 2013

dal taccuino di Martina (quello d'agosto)

Ecco di nuovo Pina che ci corre dietro per fare il giornalino. O che devo scrivere ‘sta volta? Non mi viene in mente niente, non è successo niente di eclatante o di significativo di cui scrivere; sono ferma con i pensieri. O Pina, ma perché mi stressi così? O che racconto nel taccuino di Martina? Non è così semplice scrivere quando non si hanno idee. Ogni tanto mi immedesimo nei giornalisti che nei settimanali per contratto devono affrontare argomenti brevi, satirici, o argomenti invece di un certo livello, e ogni settimana scrivono articoli. O come fanno ad avere sempre idee? Io in questo momento non ne ho. Potrei parlare del mio Grisù che ora si è fissato a giocare con le bottiglie di plastica vuote, e lavora con i suoi denti giovani fino a far diventare queste bottiglie come se una macchina gli fosse passata sopra. Potrei parlare dei miei nipoti, che quando parlo al telefono soprattutto con Annamaria, mi chiede quando andrò a trovarla per giocare come a Pasqua, oppure potrei dirvi che Rafael, quando è il compleanno dei fratelli, (Annamaria il 5 luglio e Rocco il 4 agosto) mi dice: “sai zia, io ho 5 anni!” e io allora gli dico: “amore di zia, ma lo sai che io mi ricordo di averti visto il giorno dopo la tua nascita!” e continuo dicendo altre cose affinché la gelosia non lo faccia stare male. Oppure potrei raccontare dei compleanni delle mie amiche, festeggiati sempre a pranzo fuori sulla spiaggia a base di pietanze di pesce cucinato sul mare e una bottiglia di vino che sotto il sole dell’estate ci rincoglionisce ancora di più … ma Pina, questa volta non ho proprio idee! 




mercoledì 11 settembre 2013

bella storia!

Bella storia, è un’espressione che usa sempre la mia amica-collega Marti per indicare quando le succede qualcosa di veramente speciale, ecco perché ho pensato a questo titolo per raccontarvi due giornate d’agosto. Cominciamo: è mercoledì 21, oggi Rita “sta” con la sottoscritta e quando arrivo al Centro ce ne andiamo subito in cucina a prendere il caffè: espresso per me e all’americana per lei. Dovete sapere che il suo caffè all’americana, che a seconda delle giornate diventa alla francese, alla marocchina, alla turca e così via … consiste in un dito di scolatura della macchinetta da espresso allungato fino all’orlo del bicchiere con acqua fredda e dolcificato con una bustina di zucchero. Insomma, una vera schifezza, ma a lei piace un sacco e più che altro rappresenta un rituale che condividiamo ogni mattina io e lei. Mentre prendiamo il caffè facendo il programma della mattinata, un primo gruppo di ragazzi va al mare. Preso il caffè e fatto il “piscione” (questo non ha bisogno di tante spiegazioni) ci imbarchiamo sulla macchina della Di Vittorio per andare a fare il giro delle gallerie. Sul vialetto alberato del Centro incrociamo una macchina e ci fermiamo per farla passare.  
Strizzo gli occhi per guardare bene: Nicoletta! Non ci credo! Facciamo immediatamente dietro-front per andare ad abbracciarla. È una super sorpresa! Scatto una foto con il telefonino perché la macchina fotografica era al mare con i ragazzi e la invito a raggiungere il resto del gruppo al mare per salutare anche loro: “chissà come saranno contenti di vederla” dico fra me e me. Io e Rita procediamo come da programma: giretto veloce in macchina che dobbiamo riconsegnare a Letizia per le 11 perché le serve per il servizio dei pasti. Tornate al Centro salutiamo il gruppetto che parte con Anna per andare a frescheggiare ai giardini delle Ghiaie. Rimaniamo soli al Centro: io, Rita e Checco …

martedì 10 settembre 2013

sorpresissima!

Anna vi ha già raccontato dell’invito alla festa dell’Unità; non vi racconterò dunque del pranzo e dei manicaretti fritti preparati direttamente dalle mani della nostra Capitana, ma di quello che è successo prima! Come risaputo questa festa è tenuta ai giardini delle Ghiaie, dietro la bellissima spiaggia omonima, quindi perché non approfittare e farsi anche un bel bagno? La mattina con alcune ore di anticipo sul pranzo siamo partiti dal Centro con il nostro pulmino: io, Martina Panichi, Barbarina, Alberto, Massimo, Lisanna, Emanuele e Martina, tutti in tenuta da mare! Arrivati alla spiaggia abbiamo visto che nonostante il vento era stracolma di persone; perciò era difficile trovare posto.

lunedì 9 settembre 2013

a tutto fritto bis!

Anche quest’anno siamo stati invitati alla festa dell’Unità. Se vi ricordate dal giornalino dell’anno scorso, la nostra coordinatrice Emanuela da anni partecipa attivamente alla realizzazione della manifestazione per far conoscere ai vari ospiti che frequentano l’Elba in questo periodo la storia politica e non della nostra bella isola. Quest’anno l’invito è stato per il 21 agosto e ci ha fornito anche l’occasione per fare gli auguri di compleanno ad Emi per i sui anta … che non dimostra. Ma ritorniamo alla festa: lì ci andiamo per mangiare il fritto, e ce lo gustiamo proprio! Tutto cotto al momento quindi caldo e croccante. Quest’anno poi abbiamo potuto approfittare del tempo bello così alcuni dei nostri ospiti sono andati anche al mare, mentre Patrizia, Michela, Antonia, Eliana, Tamara e Siria sono rimasti con me sotto le fresche frasche ad assaporare l’idea di quello che avremo gustato. Così è stato. Siamo stati serviti di tutto punto ed accolti con tanta simpatia proprio come appartenessimo a quella grande famiglia. Abbiamo rivisto con piacere i “vecchi” ed abbiamo conosciuto le nuove leve, in particolare una ragazzina, Martina, che ci ha servito con tanta premura e gentilezza. Abbiamo potuto fare gli auguri anche a lei visto che quel giorno festeggiava i suoi 11 anni. Un ringraziamento sincero agli organizzatori della manifestazione Fabrizio e Michele e - in particolar modo - al gruppo del fritto … e speriamo di farci un’altra bella mangiata il prossimo anno! 





agosto 2013

Signore e signori, a farmi compagnia nell’editoriale di questo mese c’è Giulia, insieme ad Antonella e Tamara, nella stanza che abbiamo decorato io e Michela M nel corso dell’inverno con il prezioso aiuto di Martina M. Spero che in questa bella stanzetta Giulia possa passare tante ore piacevoli insieme ai suoi amici! 
A presto, Barbara 




ecco i compleanni del mese:

10 agosto
LOREDANA
46

18 agosto
BARBARA
42

20 agosto
EMANUELA
55

fantasia di cannellini della riese

È un’insalata semplice, nata al centro in occasione del pranzo di primavera, seguendo i suggerimenti di tutte le operatrici. Si può fare con i fagioli cannellini, borlotti, spagnoli ecc. a seconda dei gusti! Se volete utilizzare i fagioli secchi, vanno messi in bagno il giorno prima e poi lessati, oppure più rapidamente quelli già pronti nei barattoli. Gli ingredienti sono i seguenti:


¨ Fagioli
¨ Tonno sott’olio
¨ Cipolle di tropea fresche
¨ Olive nere
¨ Acciughe sott’olio
¨ Basilico
¨ Finocchietto selvatico (su suggerimento della nostra Barbara alias Pina)
¨ Olio
¨ Aceto (se piace)
¨ Origano
¨ Sale

Per le quantità regolatevi a seconda del numero delle persone, un barattolo di fagioli equivale a 2-3 porzioni. Mettete in una zuppiera i fagioli lessi, unire il tonno, le acciughe spezzettate, le cipolle precedentemente tagliate a rondelle e tenute in bagno in acqua fresca per una decina di minuti, le olive e condire con olio e aceto e aromatizzare con origano e finocchietto selvatico. Mettere in frigo (è bene prepararla il giorno prima in maniera che il tutto si insaporisca). Solo al momento di consumarla, come suggerisce Annalisa, va aggiunto il basilico fresco e il sale.


tutti al mare


A luglio è iniziata la nostra attività del mare, super apprezzata dai nostri ragazzi. Due volte a settimana possono sfoggiare tutte le loro doti da pesciolini. Nell’acqua come sappiamo i problemi motori si riducono e loro si sentono liberi e leggeri. Cominciamo dalla nostra Michela: una bella ragazza alta e formosa. L’acqua è il suo habitat naturale; se esistesse una vita precedente, Michela sarebbe stata sicuramente un delfino! Nuota con stile professionale, sorride felice e gioca con i suoi amici. Spesso è accompagnata dalla mamma che, come lei, ama il mare. Fra di loro c’è un’alchimia speciale: come due bellissimi delfini, in mare si sentono a casa! 

dal taccuino di Martina (quello di luglio)

Rosso di sera bel tempo si spera. Chi non mangia a tavolino ha mangiato da pochino. Gallina che non becca ha già beccato. Menare il can per l’aia. La gattina frettolosa fece i gattini ciechi. O che Taccuino di Martina è questo? È un taccuino di saggezza e vi spiego anche perché. Dovete sapere che la Marti (io) e Pina (Barbara G.) lavoriamo al centro di Casa del Duca dal 1998 e subito c’è stata un’intesa profonda sia dal punto di vista lavorativo che di amicizia. Nella foto qui sotto, in cui c’era ancora la nostra Carlina, l’immagine è incorniciata dall’amore e dall’amicizia che ci lega; tanto che Pina, che pubblicò la foto su facebook, nella didascalia aveva scritto “molto più che colleghe”. 
Insomma, andiamo avanti con il Taccuino. Nonostante i “prodotti” del nostro lavoro siano agli antipodi, gli apprezzamenti reciproci non mancano mai e sono veri. Lei ha la mente tecnologica, il computer è pane quotidiano e quando la guardo mentre tra file, copia, incolla, preme il bottone, mi perdo nelle sue sequenze. Io invece sarei stata bene nel periodo del romanticismo o dell’illuminismo, delle poesie scritte con penna e calamaio e mi sento perplessamente e piacevolmente osservata quando le mie funzioni cerebrali elaborano oggetti innovativi per i ragazzi del centro. E quando cerco di imparare qualcosa dal futuro tipo: scaricare foto o inserire qualcosa nella chiavetta usb lei mi guarda con aria interrogativa e incapace di capire come io non possa comprendere cose elementari. Invece lei quando vede qualcosa di elaborato strano uscito dalla mia testa, ammirata mi chiede come ho fatto ad avere quell’idea così originale e utile. E andando avanti ognuno di noi ha manifestato un motto, per incitarsi a finire un lavoro nonostante la stanchezza o la noiosità di portarlo a termine perché pesante. Ed è qui che i nostri motti si sono intersecati e uniti. Io sono solita dire: “in modo e maniera” e Pina dice: “cosa fatta capo ha” quindi quando dobbiamo fare le verifiche, i progetti o qualche altra cosa impegnativa, noi lo facciamo non solo facendoci forza con un caffè, ma anche con l’abracadabra di: in modo e maniera che cosa fatta capo ha. Provate … funziona sempre!




speravo in una sorpresa ...

Sono arrivati i giorni delle piccole gite fuori Elba. Con la mamma e Luca ci siamo diretti ad Arezzo, per fare una sorpresa alla zia Egle, che abita in quella città. Però la mia speranza è di poter incontrare la mia amica Nicoletta, che da qualche mese si è trasferita lì. Il viaggio è cominciato, prima tappa dopo Piombino, il bar dove abbiamo mangiato un bel panino con la porchetta e poi, via, verso Arezzo. Arrivati dalla zia, la sorpresa è stata grande, cena e tutti a letto. Al mattino colazione e dopo acquisti al mercato della frutta ma non si parla ancora di Nicoletta. Sicuramente loro credono che io non abbia capito che vogliono fare una sorpresa anche a me. La mamma ha il telefono in mano ma non capisco bene con chi parla. Ha prenotato il ristorante per la sera, per 3 persone. Arrivato il pomeriggio c’è un po’ di movimento, la mamma tira fuori dalla valigia cambi per noi 3, il mio rasoio e mi consiglia di rinfrescarmi con una bella doccia dato che abbiamo l’idea di andare per la cena in un bel ristorante dove si mangia molto bene. Siamo tutti in ordine e scopriamo che il ristorante è poco lontano dalla casa della zia. Bellissimo! Vicino al bancone del bar c’è finalmente la mia cara amica Nicoletta. 
Un abbraccio - grande e delicato - e mi sembra di averla salutata ieri, non da qualche mese: “mamma, è sempre bella!” Sono finalmente felice ma mi accorgo che anche lei è contenta di vedere me: “hai visto, sono venuto!”, le dico. Parliamo degli amici che sono all’Elba e intanto ci sediamo al tavolo per mangiare. La cena è buonissima e i suoi consigli per la scelta sono stati molto graditi. Guardiamo intorno, tutto è bello, le tovaglie bordeaux e bianche e una tenda alla finestra annodata degli stessi colori. Mangio tutto, con calma, per rimanere ancora un po’ di più. Alla fine della cena, anche con Pasquale suo marito, facciamo tutti insieme un bel brindisi. Siamo rimasti solo noi nel locale e ci salutiamo con la promessa di vederci presto all’Elba. Sì! Perché ha promesso che quando verrà per le vacanze ci verrà a trovare per salutarci e stare un po’ con noi! Il ritorno a casa è stato bello e non vedevo l’ora di farvi vedere anche le foto che abbiamo scattato. A presto Nicoletta!


Alberto (e Imma)



circo? no grazie.

È arrivato il circo! Ci andiamo? Partecipare allo spettacolo è pressoché impossibile perché si svolge solo di sera per cui dopo il lavoro Maria va di persona al circo a chiedere se sia possibile portare i ragazzi a vedere gli animali e magari qualche “artista”. Ci mettiamo d’accordo per il giorno seguente e così la mattina entrando al centro mi viene riferita la notizia che dobbiamo prepararci di corsa per andare a visitarlo. Abbiamo così preparato cappelli e carrozze e siamo partiti. Il circo è situato a San Giovanni al parcheggione, una distesa di terra e detriti dove un po’ di anni fa approdava il Chicchero, la navetta che in molti prendevano per evitare il traffico di Portoferraio. Ma torniamo a noi. Appena arrivati al circo abbiamo conosciuto la bimba con cui aveva parlato la sera prima Maria e c’era anche la proprietaria che, a detta sua, non sapeva niente. Comunque ci fanno entrare per vedere i cavalli, l’elefante (piuttosto nervoso), un lama, 2 cammelli, una vacca con vitello, 2 tori indiani, un piccolo pony con 2 zebre, un asino, e per finire un ippopotamo che forse stava meglio di tutti gli altri perché aveva un carrozzone con una vasca e lì rimaneva per non morire al sole. Personalmente io odio il circo! Ho sempre pensato che gli animali devono essere liberi. Figuratevi: ho un cane con il tatuaggio, senza più attributi (perché volevano ammazzarmelo quando “sentiva le femmine”), ma libero, non ha nemmeno il guinzaglio. Quando invece ho visto - io, ma anche tutti gli altri - questi poveri animali nel sudicio, nella polvere e sotto il sole caliente di luglio, mi è venuto il magone. Anche i commenti dei ragazzi non sono stati positivi. Chissà, per loro il circo è fatto di paillettes, musica e luci colorate, vedere invece questi poveri animali li ha rattristati molto. Antonietta è rimasta attonita, Massimo guardava e diceva solo “che puzza”, Tamara ha avuto paura dei tori anche se poverini erano relegati dietro una grossa transenna. Michela urlava, non si è capito se avesse piacere o meno di stare lì. L’unica eccitata era Rita, che ha una vera passione per il circo e continuava a ripetere che voleva tornarci con Ivana, Martina invece voleva vedere a tutti i costi l’ippopotamo Pippo. Insomma, che dire ancora ... A noi il circo proprio non ci è piaciuto!