martedì 23 aprile 2013

un bacione a tutti i miei bimbi, ed uno speciale per Enea

La voce emozionata di Martina al telefono mi dà la triste notizia. Ormai è sera tardi e solo il giorno dopo riesco ad andare da Enea. Provo tanto dolore e tante emozioni nel vederlo, ma anche una sensazione di calma e di pace per lui, come un'espressione di serenità sul suo viso. Gli vado vicino, lo accarezzo e rivedo in questi gesti ogni attimo insieme, quando, all'arrivo dopo il lungo viaggio, lo chiamavo e lui aggrottava la fronte per cercare di guardarmi ed io mi abbassavo per farmi trovare, o quando lo tenevo in braccio finché il suo respiro si faceva regolare, o la sua mano teneva la mia (forse per impedirmi di cantargli le canzonette con la mia voce stonata?) Abbraccio Cristina e la sento, come sempre, una donna forte e coraggiosa, senz'altro consapevole di ciò che inevitabilmente doveva succedere, ma comunque messa a dura prova. Non ci sono parole che possano dare conforto ora, le dico cose che lei già sa, quello che Enea è stato per me, il significato che ha dato alla mia vita, le scelte fatte per lui e l'impotenza che provo in quel momento. Tutto come a voler dividere con lei e Renzo un dolore troppo grande e che solo la certezza che Enea ora sta bene può, in qualche modo, alleviare. I giorni che vengono dopo mi portano sempre un pensiero per lui. Sento che ho bisogno di trovare un ricordo di Enea da mettere nel cuore, come si fa con i sassolini e le conchiglie nel cassetto, per ritrovarlo ogni volta che desidero. Come è stato per Ornellina ed il ricordo delle sue risate, per Stefanella e Rosalba ed il loro correre con le scarpe bianche. Così cerco un vecchio libro di Enzo Aprea, un giornalista scomparso anni fa che, cosciente della gravità della sua malattia, ne scriveva come a dividere la realtà che avrebbe dovuto essere da quella che stava vivendo. Trovo una poesia che mi colpisce perché rispecchia il mio modo di aver vissuto con Enea, eccola: 
 
C'è stato un momento
in primavera
quando correvo
le voci
i volti
senza riconoscere
gli amori.
Folle di doglie
partorivo
parole
che morivano
appena nate.
Ora ho un figlio
che si chiama
fantasia
e lo lascio andare
fino a domani
per fermare il tempo
su un fiore bianco.


Da oggi per me Enea sarà 
sempre quel fiore bianco



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