lunedì 28 gennaio 2013

dal taccuino di Martina (di dicembre)


E così anche questo Natale è arrivato e anche andato, perché sinceramente non è che sia una festa che noi sentiamo particolarmente, intendo nella mia famiglia di origine. Anzi, diciamola tutta, la messa in generale, e quella di mezzanotte in particolare, è un optional, anche se in camera di mamma la Madonna col Bambino sopra il letto c’è. Comunque grandi frequentatori di chiesa e di preti non siamo mai stati, mamma un po’ di più. Quest’anno il Natale ha comunque avuto un momento importante nella mia vita: il 25 sera, finita la cena e andati via tutti (eravamo a Pisa da mia sorella) ho avuto il piacere di dormire con i miei nipoti. Aleggiava già nell’aria che sarei rimasta a dormire lì con loro, nella loro camerina nuova e a castello, tutta colorata di arancione e celeste, come i colori della Di Vittorio. Ogni figliolo, escluso Rocco, che comunque ride ad ogni complimento, mi ha fatto vedere i regali portati da babbo Natale, poi finita la cena, siamo andati tutti nella nuova camerina a guardare per 10 volte consecutive, senza esagerare, il cartone animato dove protagonisti sono le auto, ed io ho imparato a riconoscere Saetta McQueen … e chi non la conosce? Poi i bimbi crollano; la zia sarebbe crollata anche prima ma non poteva, perché ad ogni rilassamento della palpebra, Rafael, il primogenito, mi urlava: “gualda, gualda ola, zia!” e la piccina, Annamaria, anche lei insisteva perché io guardassi il cartone. Rocco invece rideva perché gli altri ridevano. E’ arrivato finalmente Morfeo, dopo che Matilde, mia sorella, ha addormentato prima Rafael e poi Annamaria. E finalmente si dorme. Alle 2 di notte un rumore familiare mi sveglia: la tosse si è infiltrata nei corpi dei miei nipoti … piccoli! Ma in breve tempo tutto si ristabilizza. 
Sono le 8:30 o giù di lì, un altro giorno è appena nato ed io aiuto la mia tata a piegare i panni dei bimbi, e vi assicuro che ce ne sono in abbondanza, sia asciutti che stesi ad asciugare che in lavatrice, poi lavo le stoviglie della colazione, ed intorno alle 12, me ne vado con la speranza di prendere la prima nave utile per tornare sull’isola e soprattutto nel mio letto a rilassarmi! Ma che meraviglia sentirsi chiamare zia! Dopo qualche giorno sentendomi con mia sorella mi dice che Rafael le ha chiesto quando viene Pasqua e poi mi dice: “ma cos’hai detto a Rafael?” ed io: “che dormirò di nuovo con loro a Pasqua” … tanto impegni con le chiese non ce ne avrò nemmeno in quel periodo! 

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