mercoledì 21 novembre 2012

alla Piccola Miniera

Il 30 ottobre noi-altri siamo andati a visitare la Piccola Miniera con Evi, la mamma di Giada Scattu che di mestiere fa la guida turistica. Noi-altri più “vecchi” l’avevamo già visitata qualche anno prima, ma per qualcuno i ricordi svaniscono e così le gite, anche ripetute, sembrano sempre nuove e ricche di belle cose, belle persone da conoscere, bei ricordini da portare a casa. Anche questa volta infatti la sig.ra Giacomelli, la proprietaria, nella foto con Giada, ci ha regalato i sassolini di pirite che hanno a disposizione per le varie visite scolastiche.
 

lunedì 19 novembre 2012

una serenissima collaborazione

Oggi non vi parlerò di animaletti o di fiori particolari che ordino - per così dire - alle mamme del Centro. Oggi voglio parlarvi della collaborazione che è nata tra noi e la Serenissima, la ditta di ristorazione dell’ospedale che prepara il pranzo anche per noi. Purtroppo come tutti sappiamo le mense ospedaliere o scolastiche devono cucinare cose che il dietista mette nel menù settimanale che cambia semestralmente; ma non tengono conto della gola né dei ragazzi né degli operatori. Se ci guardate, nessuno di noi soffre. Il perché è questo: un giorno sono andata a prendere il pranzo e ho sentito un odorino molto invitante, così ho chiesto alla cuoca del momento (Lucia) cosa fosse quel profumo. Lei mi ha risposto: “nel forno c’è la crostata per il bar di sopra”. Tanto ho fatto e chiesto che alla fine lei mi ha detto di telefonare alla capa (Claudia); quindi con la mia faccia tosta ho preso il telefono di servizio e mi sono esposta. La risposta è stata positiva! Avrebbero preparato la crostata ogni volta che noi la richiedevamo. 
La settimana dopo, un’altra collega, Rosanna, è andata e ha trovato proprio il proprietario della Serenissima. Questo è stato molto gentile e le ha detto che ogni nostra proposta di cambiamento nel menù è la benvenuta. Sempre, dico io, nei limiti della decenza! Così questo mio piccolo articolo è un omaggio e un ringraziamento a tutti i componenti della ditta di ristorazione che lavorano con la voglia di soddisfare i desideri gustativi di noi-altri!

 

giovedì 8 novembre 2012

e finalmente Michela!

Ma insomma, chi è questa nuova arrivata nella famiglia-Centro di cui abbiamo parlato negli ultimi tre articoli? Ve lo racconto brevemente. Si chiama Michela, è una bella ragazza di 18 anni compiuti, vive a Portoferraio, ed è appena uscita dalla scuola dell’obbligo. Già un paio di anni fa tentammo un inserimento al Centro nel periodo della fine della scuola, con le sue insegnanti di sostegno, ma questo tentativo fallì e Michela, anche senza apparenti motivazioni, dimostrò di non voler più frequentare il Centro. Comunque il passato è passato appunto e stavolta, quando siamo state invitate ad elaborare un nuovo progetto di inserimento per lei, abbiamo seguito un percorso differente. Michela ha infatti delle caratteristiche per cui è stato necessario fare un percorso speciale, seguire un corso di formazione, preparare gli altri ragazzi ad accoglierla frenando la loro naturale esuberanza, predisponendo degli spazi adeguati a lei. In tutto questo percorso ci è stata vicina non solo la famiglia, che ci ha dato piena fiducia, ma anche Sara, una delle educatrici che l’ha seguita a scuola negli ultimi due anni (con me nella foto di questo post). 
È grazie a lei che adesso cominciamo a camminare da sole, un passetto alla volta, lasciando che Michela impari a conoscerci uno ad uno e imparando noi, uno ad uno, a conoscere lei. Per il momento Michela frequenta il Centro due mattine a settimana: non le piace la confusione, ma le fa piacere se i ragazzi a piccolissimi gruppi stanno con lei.


È affettuosa, furba, birichina, coccolona; la profondità del suo sguardo è senza confine ed è lì che mi incontro con lei, lì che costruisco un’amicizia. Al momento stiamo lavorando con molto impegno all’abbellimento della sua stanza con un paesaggio di pannolenci che sta sorprendendo anche me che lo faccio con lei! 



dico la mia

la Veludo al lavoro
Voglio scusarmi per l’invadenza (3 articoli sono davvero troppi anche per la capa) ma mi sento tirata per i capelli a fare il mio commento. Ho letto l’articolo di Barbara (questo), la preoccupazione e la concentrazione che esprime. Anna mi ha raccontato l’episodio che poi è diventato il suo articolo (questo), ho sentito la sua gioia commossa nel vedere Michela così serena e felice. Certo, lì era con la sua famiglia, ma forse una strada c’è, sicuramente è quella che noi dobbiamo cercare. Noi prepariamo un nuovo inserimento con un sacco di riunioni, con e senza familiari, con e senza specialisti (sempre diversi a seconda delle difficoltà) con e senza assistenti sociali. Ma l’obiettivo che ci poniamo sempre è che ogni persona che viene a far parte della nostra comunità raggiunga il massimo benessere possibile. C’è chi sta bene se è attivo, fa cose che gli riescono bene e viene lodato e complimentato, c’è chi ha bisogno di un suo spazio tranquillo, chi zompetta di continuo e chi ama il materasso, il nostro impegno è cercare quella strada che non sempre è quella che si vede da lontano, a volte è un vicolo cieco, bisogna riprovare, ripartire. In una delle tante riunioni per Michela ho detto: “noi non abbiamo obblighi di legge come la scuola”. È la nostra difficoltà, ma anche la nostra opportunità. Abbiamo sentito troppo spesso la frase: “ci tocca ancora un anno” pronunciata dai professori. A noi non “ci tocca” una persona a scadenza, noi o riusciamo a far parte del suo quotidiano, ad accompagnarla nei momenti belli o meno belli della sua vita, o non ha senso il nostro lavoro. Presuntuose? No, sappiamo bene che non è sempre così, conosciamo i momenti difficili e di sconforto, ma questo non sposta la meta. A volte l’obiettivo si raggiunge, altre no, ma il lavoro, la cura, la relazione possono andare solo in questa direzione. Vedere i nostri ragazzi sereni, soddisfatti, sorridenti come Michela alle Ghiaie. Coraggio Barbara non sei sola, tutto il Centro è in quella stanza! 




un giorno per caso

Vi devo raccontare una cosa bellissima che mi è capitata di vedere ieri pomeriggio alle Ghiaie. Ero con la mia nipotina Matilde che, arrivati ai giochini è scesa dal passeggino ed ha voluto montare subito su un cavallino di legno. Mentre le stavo facendo il verso dello zoccolo del cavallo sulla strada, ho visto una signora seduta sulla panchina dietro di noi. L’ho riconosciuta dalla voce, ma non ricordandomi il suo nome non l’ho salutata. Ho continuato a giocare con Matilde fino a che si è fatto tardi e i giochini delle Ghiaie erano diventati quasi isolati: eravamo davvero in pochi. È arrivata un gruppetto di gente allegra con una ragazza che conosco perché da un mesetto è entrata a far parte della nostra bella famiglia. Lei è Michela. L’allegra brigata era composta dalle sorelle e dal fratello più piccolo di lei. L’hanno subito coinvolta in una serie di giochi: l’hanno fatta salire sulla casina che poi finisce con lo scivolo.


Buffa lei, si buttava di testa! Tutti loro la incitavano, le dicevano: “puoi farcela!” l’unico un po’ titubante era il babbo Roberto, che aveva paura che cadesse. Alla fine il fratello minore è salito sull’altalena e così anche lei. Era felice e vi dirò, anche Matilde, la mia bimba rideva con loro. Insomma, proprio una bella famiglia!