giovedì 18 ottobre 2012

nuove cose

E' il 23 settembre, è domenica mattina, ed è una brutta domenica mattina: sono a casa a Campo, è scirocco e qui quando è questo tipo di vento proprio non si sta bene. Siamo tutti più nervosi, agitati, siamo come il mare in questo versante dell'isola. Ma stamani non è lo scirocco a farmi star male. Domani al Centro inizieremo un nuovo inserimento. "Situazione" complessa, che ha comportato tanta preparazione, riorganizzazione, nuove collaborazioni. Tutta la squadra-Centro ha lavorato per questo nuovo ingresso ma domani tocca a me, in prima persona, accogliere questa giovane donna fra noi. Ci hanno spiegato un sacco di cose su di Lei, sul suo autismo, sulle sue altre difficoltà. Abbiamo incontrato Lei, la sua famiglia, le sue insegnanti di sostegno, le assistenti sociali, il neuropsichiatra. Abbiamo fatto un incontro di formazione specifica. Ma io ho voluto solo ascoltare e apprendere senza farmi pregiudizi.
Io e Sara, l'educatrice della cooperativa Arca che ha
seguito Michela a scuola  e che  sta curando il suo inserimento
al Centro insieme a me
Ma ora ci siamo, siamo arrivati al "giorno prima di ..." e sono invasa dalla preoccupazione. Ogni nuova sfida
ci mette pensiero; ma questa non è una sfida, non ci saranno né vincitori né vinti, ma c'è una "persona" con caratteristiche ed esigenze più complesse di altri, alla quale offrirsi in modo differente. E poi ci sono tutti gli altri ragazzi da
frenare e contenere, perché vorranno conoscere, farsi conoscere, interagire con Lei, accoglierla nel loro mondo. Stamattina ho sentito il desiderio di scrivere tutto questo perché scrivendo, così come parlandone, riesco sempre ad individuare qual è il "problema". Ed è proprio scrivendo che stamani ho capito questo: il "problema" non c'è

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