martedì 9 ottobre 2012

Moby Dick, la balena bianca

Il 6 settembre siamo andati ad una rappresentazione che si è tenuta alla Fortezza Spagnola di Portoazzurro. Lo spettacolo era stato creato per gli ospiti “speciali” di quel posto. Si trattava di due racconti presi uno dalla bibbia (quello di Giona) e l’altro di un famoso libro (Moby Dick, la balena bianca). Gli attori erano 22 ospiti più 6 attori professionisti di Livorno e c’era tanto di accompagnamento musicale con regista. Tra gli “ospiti speciali” c’erano algerini, marocchini, senegalesi, e tanti nostri connazionali. La recita in se stessa era molto articolata e difficile. La storia di Giona e del comandante Acab si intrecciavano con dei veri e propri monologhi difficili da interpretare per chi non conosce la realtà di quelle parole. Qualcuno ha anche recitato-cantato un salmo del Corano facendo riferimento alla condizione umana che offende per arroganza o per superficialità il Dio che ognuno di noi crede e professa nella propria religione. 

Noi - all'uscita


Io guardando questi uomini che non lasciavano trapelare nessuna emozione dai loro visi, cercavo di immaginare le loro storie personali: chissà se questi in nome del loro Dio avevano ucciso o violentato qualcuno? Io personalmente quei posti di dolore e di disperazione umana li eliminerei, non tanto perché ci costano, ma perché umiliano la dignità dell’essere umano, che tante volte è costretto ad emigrare e trovarsi poi coinvolto nelle varie “malevite”. Voi direte: “anche i nostri padri ed i nostri nonni sono emigrati ma nessuno è andato in quei luoghi di perdizione!” Io ho avuto un nonno ebreo che ha sposato una cristiana prima degli anni del fascismo e ho saputo da mio padre che per non essere incarcerato dovette arruolarsi per salvare la sua “nuova famiglia” e poi è risultato disperso in Russia. Tornando alla rappresentazione, gli attori commentavano le parole di Giona che non voleva che altri amassero il suo Dio e per questo era stato ingoiato dal mostro bianco; e commentavano anche le vicende del capitano Acab che vedeva nella balena bianca l’acerrimo nemico da distruggere ma che poi è rimasto lui stesso vittima di questo odio, portando alla morte anche il suo equipaggio. Io ho pensato che anche noi esseri umani a differenza degli animali uccidiamo, violentiamo, rubiamo ecc. non tanto per difendere il nostro Dio o la nostra sopravvivenza, ma spesso solo per sottomettere l’altro che riteniamo più debole per ignoranza o povertà, come nel caso degli immigrati. 




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